Mistero azzurro

Audio Berlusconi, "chi era l'infiltrato in sala": una clamorosa svolta?

Un audio rubato, due audio rubati. Forse tre, con l'ultimo che potrebbe uscire giusto giusto nel giorno in cui Silvio Berlusconi salirà al Colle insieme a Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Un clima già teso, tra gli alleati, a cui si aggiungerebbe un motivo di grosso imbarazzo davanti al presidente Mattarella. Ma dentro Forza Italia e nel centrodestra, la domanda che ancora gira è: Cui prodest? A chi giova lo scandalo delle parole del Cav su Putin e l'Ucraina? Nelle ultime ore si sta facendo largo un'ultima pista, con annesso sospetto: e se la "talpa" fosse in realtà un infiltrato, un esterno? Da Forza Italia fanno notare che Berlusconi quelle stesse parole sulla guerra le aveva pronunciate già davanti ai senatori riuniti, per l'incoronazione della capogruppo Licia Ronzulli (quella che ha definito "criminale" l'aver diffuso l'audio del leader). Poi l'ex premier si sposta a Montecitorio, con Alessandro Cattaneo presidente acclamato dei deputati azzurri.

 

 

 

Nella sala della Camera ci sono gli onorevoli forzisti, ma anche uffici stampa, assistenti e responsabili di sala. "Possibile che sia stato qualcuno di loro a fornire a LaPresse l'audio di Berlusconi", sibilano da Forza Italia. La direttrice di LaPresse Alessia Lautone (che voci di Palazzo dicono essere vicina politicamente alla Meloni) nega con forza che gli audio siano stati in qualche modo manipolati o tagliati ad arte, e anzi a Omnibus su La7 "minacciava": "Se vogliono pubblico l'audio integrale" dei 20 minuti di intervento di Berlusconi, smentendo però l'esistenza di un terzo file rubato. Dopo qualche ora, invece, il contrordine: un terzo audio pioverà a breve sulla testa dei leader del centrodestra.

 

 

 

 

Veleni e dubbi ulteriori, con le piste che restano ancora tutte aperte: quella di Berlusconi è stata imprudenza o fa parte di un piano? Se è un piano, serve a danneggiare la Meloni sul piano internazionale? O impedire la nomina alla Farnesina di Antonio Tajani, numero 2 di Forza Italia ma nemico interno della Ronzulli? O ancora, diabolica operazione militare stile "false flag" per mettere in cattiva luce proprio la Ronzulli? O ancora, come sostiene Vittorio Feltri, è solo il primo passo intraprese dal Cav per accreditarsi come il "mediatore" per indurre l'amico Putin a fare la pace con Kiev?