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Salvini, tam-tam: il colpaccio, quanti e quali ministeri incassa

di Fabio Rubini venerdì 21 ottobre 2022

3' di lettura

Se oggi il Centrodestra è andato unità unito alle consultazioni col presidente della Repubblica Sergio Mattarella, buona parte del merito andrà ascritta a Matteo Salvini, che smessi i panni del ruspista in queste settimane ha indossato quelli del mediatore. Un ruolo non semplice, soprattutto nelle ultime ore. E così ecco il leader della Lega scrivere messaggini alla Meloni, pranzare con Berlusconi, consultarsi con gli altri mediatori di Fi e FdI per riuscire ad approntare un menu che potesse accontentare tutti. Lega compresa. Alla fine pare si sia arrivati al dunque. Dal Carroccio, anche in virtù di questo lavoraccio, si dicono convinti che alla fine il premio arriverà sotto forma di sei ministeri e della già ottenuta presidenza della Camera.

IN RIPRESA - Niente male per un partito e un leader che in troppi avevano dato per morti e sepolti. Oggi non è ancora chiaro se Giorgia Meloni approfitterà della salita al Colle per mettere nelle mani di Mattarella una bozza con la lista completa dei ministri. Quel che pare certo ai leghisti è che furono di Alberto da Giussano finiranno il ministero degli Interni - verosimilmente con il "tecnico" d'area Matteo Piantedosi -, le Infrastrutture con Matteo Salvini, gli Affari Regionali con Roberto Calderoli, l'Istruzione con Giuseppe Valditara e i Disabili, dove il nome, salvo sorprese, sarà quello di Alessandra Locatelli, attualmente assessore regionale- proprio su queste tematiche- in Regione Lombardia. Per ultimo,e non certo per importanza il ministero di Economia e Finanza che andrà a Giancarlo Giorgetti.

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Sul suo nome ieri erano circolati dubbi. A sorpresa, però a favore del lombardo è arrivato un endorsement inaspettato: quello di Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit, una delle più grandi banche d'Europa: «Premesso che non sta a me prendere alcuna posizione circa chi sarà nominato ministro dell'Economia, ho avuto l'opportunità di vedere all'opera il ministro Giorgetti e ho potuto apprezzare innanzitutto la sua passione e la sua determinazione a fare le cose giuste e necessarie per l'Italia. L'ho visto determinato, concentrato e competente».

Salvini, però, in queste ore ha anche parlato molto con gli alleati, insistendo sul fatto che «la gente si aspetta che il Centrodestra faccia un governo in tempi rapidissimi, al fine di affrontare al più presto alcuni nodi non più rimandabili». Quali è presto detto: il caro bollette, la pace fiscale che in un momento economicamente complicato come questo potrebbe dare ossigeno ad attività e famiglie - e poi il superamento della legge Fornero. Soprattutto quest' ultimo è il chiodo sul quale Salvini sta battendo forte da giorni. Anche ieri, tra una mediazione e l'altra, è tornato a studiare il dossier che aveva approfondito il giorno prima con la squadra di esperti economici della Lega.

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VERSO QUOTA 41 - L'urgenza di mettere mano alla riforma pensionistica è presto spiegato. Se entro la fine dell'anno non si facesse nulla, rientrerebbe in vigore la legge che porta il nome del ministro che- con tanto di lacrime in diretta Tv - l'approvò: Elsa Fornero. Se questo dovesse accadere l'età anagrafica per andare in pensione tornerebbe ad alzarsi fino ai 67 anni. Un'asticella ritenuta inaccettabile da Matteo Salvini, che rilancia con "Quota 41", ovvero gli annidi contributi versati oltre i quali si potrà andare in pensione, indipendentemente dalla carta d'identità. Una soluzione ritenuta più accettabile, sopratutto per quelle professioni ritenute maggiormente logoranti. 

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