Memoria corta

Giulio Regeni, l'autogol di "Repubblica": ad archiviare il caso è stato il Pd

Massimo Costa

In campagna elettorale Giorgia Meloni era stata accusata dai suoi avversari politici di voler reintrodurre il fascismo in Italia, cancellare la legge sull'aborto, limitare i diritti degli omosessuali e altre assurdità. Poi è arrivato il trionfo delle urne. La festa, il giuramento del governo, i primi passi da presidente del Consiglio. E - indovina, indovinello - la sinistra ha ripreso ad accusare la leader di Fratelli d'Italia di ogni nefandezza. È la politica, bellezza. Tutto come da copione, per carità. La novità di ieri, lo scatto in avanti, è che Giorgia Meloni viene accusata anche per colpe esclusive dei suoi predecessori. Succede, infatti, che nella sua prima uscita internazionale al summit per il clima di Sharm El Sheikh, lunedì, il primo premier donna della storia d'Italia abbia incontrato il presidente egiziano Al-Sisi. E che, al termine del colloquio, Giorgia abbia diffuso una nota nella quale dice di aver «sottolineato la forte attenzione dell'Italia sui casi di Giulio Regeni e Patrik Zaki».

Giulio Regeni è il dottorando italiano rapito, torturato e ammazzato nel 2016 al Cairo; Patrick Zaki è lo studente egiziano dell'Università di Bologna accusato dall'Egitto di "diffusione di notizie false", arrestato il 7 febbraio 2020, liberato e attualmente sotto processo. Due casi spinosi, dove si intrecciano guerre diplomatiche e almeno nel caso Regeni - un muro di gomma alzato dal Cairo per proteggere e assolvere i 4 imputati egiziani.

LA BORDATA
Ebbene, ieri, incredibilmente, Repubblica ha titolato così la sua prima pagina: «Meloni archivia Regeni». La nota ufficiale del premier viene definita «striminzita», e nelle pagine interne si descrive come «una farsa» l'attenzione sul caso del connazionale ucciso nel 2016, lasciando intendere che il governo di centrodestra vuole solo fare affari con l'Egitto fregandosene del caso Regeni.

Poche ore dopo l'affondo di Repubblica, è arrivata- immancabile- la sparata della deputata dem Laura Boldrini: «Che fine ha fatto la tanto cara difesa della "dignità della nazione"? Si è forse dispersa in volo da Roma a Sharm el Sheikh? L'incontro con Al-Sisi è una resa all'Egitto sulla ricerca della verità sulla morte di Giulio Regeni. Non c'è priorità che possa prevalere sulla richiesta di giustizia per un nostro concittadino ucciso all'estero. I diritti non si barattano mai con nulla». Poi è partita la raffica di attacchi dal Pd. Intervengono tra gli altri Simona Malpezzi («Il governo sia più netto!»), Alessandra Moretti («Gli interessi commerciali valgono più dei diritti umani!») e Walter Verini («Il governo abbassa la testa!»).

Che faccia di tolla. Il Pd- che ora strilla contro la Meloni - è stato partito di governo nel 2016, 2017, 2019 (da settembre a dicembre), 2020, 2021, e nove mesi del 2022. Il Pd ha sostenuto per anni Giuseppe Conte, il quale ammise di non aver cavato un ragno dal buco nonostante le telefonate ad Al-Sisi e i ripetuti proclami («Non sono stato capace di portare risultati» disse nel 2020 da leader del governo giallorosso).

FALLIMENTO DI MAIO
E cosa ha ottenuto il ministro degli esteri Luigi Di Maio, che rivendicava il «costante impegno per giungere alla verità»? Nulla. Zero assoluto. Dopo l'archiviazione della procura egiziana, il processo in Italia è fermo da due anni perché l'Egitto non collabora e non notifica gli atti agli imputati. I grandi sforzi di Di Maio? Inutili, se non fosse che proprio il Pd ha candidato in un collegio uninominale il ministro degli Esteri che ha ottenuto un pugno di mosche con l'Egitto. Ad archiviare il caso Regeni, semmai, è stato proprio il Pd, che ha inanellato un fallimento dopo l'altro. L'accusa più comica alla Meloni è quella di voler privilegiare gli accordi economici con l'Egitto alla verità su Giulio. Peccato che sia arrivata proprio durante il governo Draghi -con il Pd in maggioranza -la firma dell'Eni ad aprile di un nuovo contratto da 3 miliardi dimetri cubi di gas liquido. Letta si disse dubbioso, ma ovviamente non mosse un dito per evitare di incrinare le relazioni tra i due Paesi e la caccia di gas dell'Italia. Niente, il Pd insiste: tutta colpa della Meloni, anche se è arrivata a Palazzo Chigi sei anni dopo l'omicidio Regeni. Per ora l'unica cosa che la Meloni ha archiviato è il Pd...