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Di Maio, "quanti soldi deve a Conte": la carta che lo rovina

venerdì 9 dicembre 2022

2' di lettura

Al Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte servono soldi, adesso che gli eletti sono soltanto 80 rispetto ai 330 del 2018. Per questo motivo l’ex premier sta lavorando alle nuove regole sul trattamento economico dei parlamentari presenti e passati: l’intenzione è di battere cassa anche tra chi non fa più parte del partito. A cominciare quindi da quelli che sono stati dei veri e propri big, su tutti Luigi Di Maio e la sua pattuglia di scissionisti. 

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Stando a quanto riporta Repubblica, circola una bozza che riguarda anche l’assegno di solidarietà: altro non è che il tfr, che ammonta a circa 45mila euro. Secondo le nuove regole, chi è ancora iscritto al M5s dovrebbe restituire solo il 20% di quella cifra, mentre chi ha abbandonato il partito sarebbe costretto a restituire 30mila euro. Sarebbero previste anche esplicite “azioni di recupero” per chi non dovesse provvedere al saldo. Cosa farebbe a quel punto Luigi Di Maio, ma anche i vari Lucia Azzolina e Sergio Battelli? Lo scopriremo presto se, come sembra, il nuovo regolamento diventerà realtà. 

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Repubblica spiega anche perché all’interno del M5s c’è grande necessità di battere cassa: “Una redistribuzione dei fondi sarebbe indispensabile per mettere benzina nella macchina, pagare staff ed esperti assunti dai gruppi e strutturare il partito nelle regioni, con i gruppi territoriali appena lanciati da Conte, che però dovranno finanziarsi in proprio. Servono soldi, insomma, e si chiede conto anche agli ex”. 

Fonti vicine a Luigi Di Maio interrogate sul tema fanno notare che la visita in Qatar si è svolta in modo ufficiale nell'ambito dei rapporti fra i due paesi e all’interno di un più ampio programma di missioni che il ministro Di Maio ha svolto insieme ad Eni per supportare le attività finalizzate all’approvvigionamento di gas alla luce della crisi russo-ucraina. Le missioni hanno costituito peraltro uno dei caposaldi dell'azione del governo Draghi a cui tutti partiti di maggioranza,  inclusa Forza Italia, hanno sempre votato la fiducia.

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