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Qatargate, Campomenosi contro la sinistra: "Accusavano noi per i rubli..."

di Alessandro Gonzato sabato 17 dicembre 2022

4' di lettura

«Ma lo ricordate Pierfrancesco Majorino, quello che oggi si candida a governatore della Lombardia? Veniva qui in aula a Bruxelles a sparare fango sulla Lega accusandoci di aver preso i rubli da Putin, di ogni nefandezza possibile, come se fossero state accertate dai magistrati, come se avessero beccato noi coi soldi. Ci dipingeva in un modo tale che alcuni colleghi europarlamentari stranieri si chiedevano che razza di delinquenti fossimo. Ecco: oggi sono altri a dovere delle spiegazioni. Altri che hanno sputtanato nel mondo tutta l'istituzione».
Tono di voce pacato, ma toni durissimi. Marco Campomenosi, eurodeputato leghista, capodelegazione del partito, è a Bruxelles dal 2004, da quando ha iniziato a lavorare come assistente dell'allora europarlamentare Matteo Salvini. In Europa fa parte della Commissione Trasporti, e da alcuni componenti di questa - caso sollevato da Libero - è stato chiesto di far luce sull'accordo tra Qatar Airways e l'Ue che ha spalancato gli aeroporti alla compagnia di bandiera dell'emiro, e ci arriveremo.


Onorevole: gli europarlamentari dem Andrea Cozzolino (il suo collaboratore era Francesco Giorgi, in carcere per il "Qatargate") e Pietro Bartolo (al suo assistente è stato sigillato l'ufficio, ma entrambi gli eurodeputati al momento non sono indagati) a fine novembre non hanno votato la risoluzione contro Putin. Loro erano tra quelli che vi accusavano di aver preso soldi dallo zar.
«Vorrei che questo scandalo fosse di lezione a chi per anni ha usato come una clava risoluzioni e interrogazioni contro di noi. Chi si vantava di superiorità morale adesso ha molto su cui riflettere. È inaccettabile che le istituzioni europee vengano usate in modo strumentale».


A giugno 2020 in Europa è stata istituita la Commissione speciale sulle Ingerenze straniere. Avrebbe dovuto occuparsi di eventuali "ingerenze nei processi democratici dell'Unione".
«Sì: presieduta dal socialdemocratico francese Raphaël Glucksman».

Non ha segnalato nulla di sospetto questa Commissione?
«Anche lì hanno dibattuto a lungo sulla Lega, hanno creato castelli per aria. Anche su Marine Le Pen, sulle destre ci sono state riunioni su riunioni. Non si sono accorti di cosa gli stava passando sotto il naso, forse. Non hanno fatto caso a un sistema criminale, a milioni di euro che probabilmente servivano anche a reclutare altre persone. Non credo che chi è stato beccato con tutti quei soldi fosse così ingenuo da tenerli in casa tutti per sé».


Nel mirino della procura sono finite anche le Ong, in particolare la Fight Impunity di Antonio Panzeri e la "No Peace Without Justice" di Niccolò Figà-Talamanca, fondata da Emma Bonino.
«E la sinistra ha respinto tutti i nostri emendamenti che chiedevano di fare luce, non solo su queste due».


Ci spieghi.
«Hanno ignorato diversi emendamenti alla risoluzione sul "Qatargate" che chiedevano di accertare le responsabilità politiche, di invitare gli eletti a rivelare legami o benefici ricevuti dagli emiri e dalle Ong, norme più stringenti per le stesse Ong, indagini approfondite. Ci sembrava il minimo. E invece siamo stati esclusi arbitrariamente. Vien da chiedersi così abbia da nascondere la sinistra. Perché difenda a oltranza le Ong e il loro operato, che appare piuttosto oscuro. Il danno non lo fanno a noi, ma ai milioni di cittadini europei che hanno il diritto di sapere la verità. Il malaffare si combatte con azioni concrete, non con le parole. Poi c'è stato un altro fatto grave...».

Quale?
«La sinistra oggi (ieri, ndr) ha votato la proposta di risoluzione sul "caso del difensore dei diritti umani AbdulhadiAl-Khawaja in Bahrein". Noi, come altri gruppi e partiti di centrodestra, non l'abbiamo fatto, perché eravamo piuttosto perplessi, diciamo così, sull'opportunità di sostenere un provvedimento promosso da gruppi e persone che da giorni sono al centro di uno scandalo fatto di corruzione, riciclaggio e associazione a delinquere».

Il procuratore capo europeo, sulla base di un rapporto investigativo ricevuto dall'Ufficio per la lotta antifrode, ha appena chiesto la revoca dell'immunità parlamentare per l'ormai ex vicepresidente del parlamento Ue Eva Kaili.
«Ora si svegliano anche gli organismi dormienti europei...».

Lei, onorevole, aveva anche chiesto di andare fino in fondo all'accordo tra QatarAirways e l'Ue: anche in quel caso richiesta negata.
«Già, proprio così: ancora a ottobre 2021, quand'è stato siglato l'accordo, che anche se non è ancora stato ratificato, dal 18 ottobre 2021 è operativo. Avevamo chiesto semplicemente delle spiegazioni: dato che qui a volte si dibatte su tante cose fantasiose, ci sembrava che ne valesse la pena». A quanto pare no. «È stata di nuovo la sinistra a opporsi alle nostre richieste. Abbiamo trovato un muro di gomma. Lo troviamo quasi sempre. Cos' hanno da nascondere? Alla luce dei fatti è normale avere un retropensiero...».

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