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Enrico Letta "ha tentato il tutto per tutto": quale poltrona vuole

mercoledì 22 febbraio 2023

2' di lettura

"Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi", dice il giovane Tancredi al principe di Salina nel Gattopardo. La massima può benissimo descrivere la situazione che si trova a vivere il Partito democratico, alla ricerca di un segretario o di una segretaria, prima ancora che di un'idea comune di partito. Perchè se è vero che le primarie daranno ai democratici un nuovo leader, è altrettanto vero che chiunque vinca tra Stefano Bonaccini e Elly Schlein lo spoils system è assicurato con il conseguente valzer di poltrone. Tutto cambierà, per citare Tomasi di Lampedusa, per non cambiare nulla. 

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Ecco allora, come rivela Edoardo Romagnoli sul Tempo che Simona Malpezzi si starebbe preparando a lasciare l'incarico di capogruppo al Senato così come Debora Serracchiani quello alla Camera. Entrambe scelte da Enrico Letta saranno sostituite. Tra i nomi che circolano per il posto di capogruppo alla Camera c’è quello di Simona Bonafè, attuale vicepresidente del gruppo a Montecitorio. Anche se, nel caso dovesse diventare segretario Bonaccini, questo posto verrebbe offerto alla Schlein.  "Se vincerò io chiederò ad Elly di collaborare", ha più volte ripetuto il governatore della'Emilia Romagna. Una collaborazione che potrebbe portare proprio l’italo svizzera, sua vice in Regione, a diventare capogruppo alla Camera.

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E poi c'è Enrico Letta che avrebbe tentato il tutto per tutto con la celebre intervista rilasciata al New York Times in cui elogiava l’operato del Governo Meloni proprio il giorno in cui si svolgevano le consultazioni per decidere il nuovo segretario del Pd. L'uscita, rivela Romagnoli, è talmente insolita che, tra le file dei sostenitori della Schlein, c'è chi ha pensato a un tentativo di rientrare dalla finestra rompendo il patto fra il governatore emiliano e la pasionaria di Lugano. Tra l’altro ci sarebbe anche un precedente, quando nel 2009 Dario Franceschini, uscito sconfitto dalle primarie con Nicola Zingaretti, venne nominato proprio capogruppo alla Camera.

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