diktat

Meloni, stretta migranti: "Caccia ai trafficanti anche all'estero"

La tragedia di Cutro pone il governo di fronte a un problema: come disincentivare le partenze affidandosi ai trafficanti di esseri umani. Va in questa direzione, infatti, il nuovo decreto che prevede, tra le altre cose, un'apertura nei confronti dei lavoratori extra Ue. Ma non solo. Giorgia Meloni non intende transigere e per gli scafisti annuncia pene fino a trent’anni. "Perché - va tuonando in Consiglio dei ministri a Cutro - combatteremo in tutti i modi la schiavitù del Terzo millennio". E non solo se compiuto in Italia "perché andremo a cercare i trafficanti lungo tutto il globo terraqueo".

 

 

Nessun dietrofront invece sulle norme sul soccorso in mare "perché l’Italia ha fatto il possibile. Gli scafisti hanno atteso vicino alla riva per evitare controlli. Si sono incagliati. E la barca non ha retto. Ma è molto grave pensare che qualcuno si sia voltato dall’altra parte". Sul tema, e lo dimostra il via libera "unanime" al decreto, l'esecutivo è compatto: "L’unico modo per far sì che tragedie così non accadano mai più è fermare gli scafisti. Gente che si fa dare 9 mila euro per un viaggio come quello per Cutro". E ancora: "In passato è mancata la volontà politica di fermare quel traffico. E me ne sono resa conto anche in Consiglio europeo".

 

 

Non a caso, tiene a precisare Matteo Salvini, "il numero minimo di morti e dispersi si è verificato nel 2019". Non un anno come altri, ma quello in cui l'attuale ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti presiedeva il Viminale. E tornando sulla vicenda Cutro, che ha visto in conferenza i giornalisti scatenati, il premier assicura: "Non abbiamo avuto alcuna segnalazione, dalla partenza in Turchia all'arrivo, di una nave in difficoltà di navigazione" e che "c'è una strumentalità nel tentativo di dimostrare che l'Italia non ha fatto qualcosa che poteva fare" per salvare i migranti.