Su La Stampa

Ignazio La Russa, lo sfregio in prima pagina di Massimo Giannini

"La Russa, finte scuse. Schlein e Conte: vada via", titola La Stampa in prima pagina. Quindi ecco l'editoriale del direttore Massimo Giannini - "Bobbio, Ignazio e l'equazione tra fascismo e antifascismo" - che dichiara guerra a Ignazio La Russa: "Mancano ventitré giorni alla Festa della Liberazione, e vogliamo dire al presidente del Senato che di qui ad allora, e poi anche oltre, noi non gli daremo tregua. Siamo convinti da sempre che Ignazio Benito La Russa non possieda le qualità morali e istituzionali, etiche e politiche, per rappresentare la seconda carica dello Stato. Ma con le sue intemerate su Via Rasella ha superato un limite, e indietro non si torna".

 

 

Quindi Giannini aggiunge; "Conosco già le obiezioni di sapienti e benpensanti, opinionisti a gettone e benaltristi un tanto al chilo: ancora con le polemiche sul fascismo e l'anti-fascismo? Che c'entriamo noi contemporanei con le polveri del passato, quando siamo aggrediti dai virus del presente? Non vedete che le priorità del Paese sono inflazione e immigrazione? Lo vediamo benissimo, tanto che ai sondaggi di Alessandra Ghisleri che certificano queste ansie degli italiani dedichiamo regolarmente l'apertura del nostro giornale". Prosegue il direttore: "Lo vediamo a tal punto che da mesi facciamo inchieste quotidiane sul dissesto della sanità pubblica e sul disastro del lavoro povero, e da giorni abbiamo lanciato con forza l'allarme sui ritardi inaccettabili della giustizia e su quelli incolmabili del Pnrr. Ma in una democrazia sana tutto si tiene, nulla si elide. E ora rivolgo io una domanda ai valorosi sostenitori della mozione 'basta parlare di fascismo e anti-fascismo', presenti anche tra i nostri lettori. Non vedete l'uso ideologico che certa 'destra nazionale'sta facendo della Storia, per ripulirsi dai suoi errori e i suoi orrori, rendendoli uguali a quelli degli altri, quindi equivalenti e pertanto irrilevanti? Non vedete l'insidia culturale di un revisionismo fittizio che, distorcendo la Memoria, crea le basi per l'abiura e poi la riscrittura del patto che ci lega, cioè la Costituzione repubblicana?".

 

 

Quindi insulta La Russa, "un post-fascista e post-missino che mai ha rinnegato tutto ciò in cui ha creduto e crede, e che per ciò stesso non avrebbe mai dovuto essere né candidato né eletto presidente del Senato. La sua escalation non è più solo imbarazzante: è agghiacciante". E ancora: "Quello che interessa, e che indigna, è che La Russa ancora una volta metta sullo stesso piano 'l'aggressore e l'aggredito' (accostamento giustamente bandito solo se si parla di Ucraina) e accrediti la bugia secondo la quale i gappisti 'vigliacchi' non si consegnarono dopo l'attentato, e così non impedirono il successivo eccidio delle Fosse".