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Cgil, insulti dal palco a Ignazio La Russa: "Un bast***"

Insulti alla seconda carica dello Stato direttamente dal palco del sindacato rosso. Ma nessuno ha nulla da eccepire
martedì 20 maggio 2025

2' di lettura

"Velocemente... un bastrad*** come La Russa non ho bisogno di parlarne. La cosa vergognosa è che un bastard*** sia la seconda carica dello Stato e che abbiamo chi ci governa che gira ancora con la fiamma tricolore appiccicata al vestito. Quindi non c'è bisogno di stare lì a perdere tempo, anche perché non abbiamo tempo da perdere per parlare di questa gente". Insulti a La Russa dal palco della Cgil, questa la sintesi.

L'affondo è di Adelmo Cervi, "figlio di Verina e Aldo Cervi terzogenito dei 7 Fratelli Cervi fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 Dicembre del 1943", come si presenta su Facebook. Cervi era stato invitato dalla Cgil ad un evento sull'imminente referendum. Ma lui ha colto l'occasione per lanciare un attacco senza precedenti al presidente del Senato Ignazio La Russa, la seconda carica dello Stato. Secondo Cervi, il governo italiano sarebbe formato da fascisti da "ricacciare nelle fogne".  Poi l'appello alla sinistra: è necessario "continuare a combattere perché la tappa più importante che dovremo avere dopo è quella di unirci con tutta la sinistra e i democratici per mandare a casa questo governo di destra. O siamo capaci di rimandarli nelle fogne da dove sono usciti o avremo sempre un prezzo pesante da pagare”.

Il video di Adelmo Cervi è diventato subito virale sui social, per ovvie ragioni. Anche l'account X di Fratelli d'Italia ha rilanciato le incresciose immagini, condite da questo commento: "Landini, questo insulto rientra nella tua idea di 'rivolta sociale'?". Domanda, ad ora, ovviamente senza risposta.

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"Quanto accaduto sul palco della Cgil, convocato per la campagna referendaria, non può passare sotto silenzio", il commento di Lucio Malan. "In questo modo si alimenta un clima che non fa bene all’Italia - ha poi aggiunto - e corre il rischio di fomentare violenza. Ma di gran lunga più preoccupante è il silenzio del segretario della Cgil, Maurizio Landini, che a dir la verità non ci sorprende: infatti, è lo stesso Landini ad aizzare le piazze, in più occasioni, con linguaggio violento ed aggressivo, alimentando odio e disordini, contro un governo, quello guidato da Giorgia Meloni, legittimamente eletto dagli italiani".

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