Il salottino di Zoro

Giorgia Meloni e il disegno choc: la vergogna a Propaganda Live

Claudio Brigliadori

Ci sono poche certezze in questa vita. La prima sono le polemiche sul 25 aprile. La seconda, la satira di Propaganda Live a botta sicura sul centrodestra. Impossibile per Diego Bianchi in arte Zoro, il punto di riferimento dei progressisti da salotto e da terrazza, non affrontare il tema della vignetta del Fatto quotidiano contro la sorella della Meloni e suo marito il ministro Lollobrigida.

 

 

 

Su una cosa Makkox, matita fissa negli studi di La7, è perlomeno sincero: “Quanto sono invidioso di Natangelo”, riuscito a far infuriare tutto, ma proprio tutto il governo come mai alla banda Zoro è riuscito. Va detto che ci provano, eh. E quando si mettono d'impegno, tra un rivolo d'odio democratico e l'altro, riescono pure a strappare qualche (sinistro) sorriso. Lo stesso Makkox è protagonista di una tetra video-dichiarazione "spontanea", che ricorda vagamente le foto dei sequestrati dalle Brigate rosse o dall'Isis.

 

La vignetta con il disegno choc: Makkox contro Meloni, guarda il video di Propaganda Live

 

 

 

I due carcerieri al suo fianco sono di bianco-vestiti, alla maniera del Ku Klux Klan. E a ogni parola non corretta ("la premier Meloni" anziché "il premier", "il ministro Lollobrigida" anziché "la sorella del presidente Meloni") giù botte e scappellotti al malcapitato autore satirico. "Che poi non capisco perché ce sta de mezzo pure Aboubakar", azzarda Makkox scambiando l'immigrato a letto con Arianna Meloni per Soumahoro, pappa e ciccio di Zoro. Ride compiaciuto il pubblico in studio.

 

 

 

 

La vera satira, riflette sconsolato, è "quella che si fa sugli ultimi. I clandestini che vengono qua a rubarci il lavoro, quelli che stanno sbracati sul divano senza fa 'n ca***o". L'unica vignetta possibile contro il potere, conclude Makkox, è quella bianca. Peccato che subito dopo ci disegni su un fallo gigante. Degna conclusione.