Emozione pura

Giorgia Meloni, 25 aprile e lacrime: il gesto davanti all'Altare della Patria

Si commuove, Giorgia Meloni, davanti all'Altare della Patria. La premier ha celebrato il 25 Aprile a Roma, insieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Senato Ignazio La Russa, a quello della Camera Lorenzo Fontana, alla presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra e al ministro della Difesa Guido Crosetto.

 

 

 

Le immagine da Piazza Venezia la mostrano sorridente e composta, ma anche emozionata quando si porta il fazzoletto agli occhi. "Da Presidente del Consiglio - scrive la premier e leader di Fratelli d'Italia su Instagram, pubblicando le foto delle celebrazioni -, ho affidato alle colonne del Corriere alcune riflessioni che mi auguro possano contribuire a fare di questa ricorrenza un momento di ritrovata concordia nazionale nel quale la celebrazione della nostra ritrovata libertà ci aiuti a comprendere e rafforzare il ruolo dell'Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. E lo faccio con la serenità di chi queste riflessioni le ha viste maturare compiutamente tra le fila della propria parte politica ormai 30 anni fa, senza mai discostarsene nei lunghi anni di impegno politico e istituzionale". 

 

 



Il riferimento è alla lettera inviata al Corriere della Sera con cui la premier ha rivendicato le convinzioni anti-totalitarie dei partiti di destra in Parlamento e "la loro incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo". Dicendo poi no alle tentazioni di strumentalizzazione che come ogni anno piovono dalla sinistra cosiddetta antifascista: "Capisco quale sia l'obiettivo di quanti, in preparazione di questa giornata e delle sue cerimonie, stilano la lista di chi possa e di chi non possa partecipare, secondo punteggi che nulla hanno a che fare con la storia ma molto hanno a che fare con la politica. È usare la categoria del fascismo come strumento di delegittimazione di qualsiasi avversario politico: una sorta di arma di esclusione di massa, come ha insegnato Augusto Del Noce, che per decenni ha consentito di estromettere persone, associazioni e partiti da ogni ambito di confronto, di discussione, di semplice ascolto".