Coda di paglia?

Alluvione, Schlein va in tilt: "Di cosa ero assessore"

Dopo più di una settimana dall’alluvione che ha messo in ginocchio l’Emilia-Romagna, Elly Schlein rompe il silenzio. Ma non lo fa per esporre rimedi utili al governo e neppure per esprime solidarietà ai cittadini, bensì per giustificarsi. Sì, perché la neo segretaria del Pd, prima di raggiungere il vertice del partito, era vicepresidente della Regione guidata da un altro dem, Stefano Bonaccini. E non solo. La Schlein è stata assessore con deleghe regionali al welfare e al Patto per il Clima.

 

 

 

A spiegare cos’è il Patto per il Clima è proprio il suo sito, dove si legge chiaro e tondo: “Patto per il clima: coordinamento interassessorile delle politiche di prevenzione e adattamento ai cambiamenti climatici e per la transizione ecologica”. Insomma, a doversi occupare di quel cambiamenti climatici che denunciano gli ambientalisti che tanto piacciono alla piddina era proprio lei. Eppure oggi nega tutto.

 

 

 

“Non sono mai stata assessora all'Ambiente in Emilia-Romagna. Io ero assessora al Welfare e al Clima. Assessora all'ambiente era un'altra persona che, peraltro, ha lavorato molto bene", dice al Festival dell'Economia di Trento. Per di più la dem arriva pure a dare lezioni al governo: “Mi permetto di dire al governo che anziché discutere e lamentarsi delle scadenze che la Ue prevede, possiamo chiedere più risorse per una transizione giusta”. Finita qui? Niente affatto perché la leader del Pd torna a tirare in ballo la patrimoniale.

 

 

 

"Per riuscire a rendere più equo e progressivo il sistema bisogna fare degli interventi. Dobbiamo aumentare la progressività. La tassazione alle imprese e sul lavoro va ridotta, ma mentre la si riduce si deve pensare perché le tasse sulle rendite fiscali e immobiliari è così bassa, si può dire? Non possiamo negare che siamo in Paese con la tassazione sulle successioni più iniqua e bassa, si può dire o no? Da qualche punti i conti devono tornare. Il nostro faro sono progressività e redistribuzione". La ricetta è dunque solo una: aumentare le tasse. Da qui la lezione a Giorgia Meloni: "Servono scelte coraggiose, non scelte come quelle che sta facendo il governo Meloni: pagamenti elettronici, trasparenza. E chi ha di più contribuisca al benessere maggiore dell'intera società. Nel contrasto all'evasione non può mancare la battaglia. E io non la vedo nel governo Meloni".