Chi punta il dito

Sergio Mattarella in Emilia Romagna? Esplode il caso politico

A.V.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella visita le zone alluvionate della Romagna. Prima il tour in elicottero con il governatore Stefano Bonaccini, poi gli incontri da Faenza a Cesena con volontari, sindaci e cittadini. Ovunque ovazioni e strette di mano. Ma la giornata del Capo dello Stato è stata accompagnata da una polemica politica aperta dal ministro della Protezione civile Nello Musumeci, il quale ha criticato il mancato invito agli esponenti del governo. «Sono contento che anche il Presidente della Repubblica sia oggi sui luoghi alluvionati, come ha fatto tutto il governo e come ha fatto per due volte la presidente del Consiglio» ha dichiarato Musumeci. «Peccato che oggi non ci sia nessuno del governo a illustrare al Capo dello Stato le criticità, nessuno è stato invitato. Non fa niente, l’importante è arrivare ai risultati».

 

 

 

Immediata la replica del Quirinale, con una nota ufficiale firmata dal consigliere per la stampa Giovanni Grasso: «Il presidente della Repubblica nelle visite nei territori italiani non impone la presenza di esponenti del governo. Essa, peraltro, è sempre gradita dal presidente Mattarella. È così da sempre, dall’inizio del primo settennato». Per il resto, durante il tour istituzionale sui territori, il presidente della Repubblica ha voluto rassicurare gli abitanti delle zone colpite dall’eccezionale ondata di maltempo della scorsa settimane. «So che ce la farete, con l’aiuto dello Stato, del governo, ce la farete. Tutta l’Italia vi è vicina e non sarete soli in questa opera importante, che deve essere veloce» ha detto il Capo dello Stato. «Io sarò accanto al governo per sostenere senza pause, senza alcuna incertezza, il sostegno per la ripresa piena del vostro territorio». E ha aggiunto: «Dovete avere la certezza che questo continuerà anche a riflettori spenti, anche quando l'evento drammatico scomparirà dalle cronache televisive o dalle prime pagine dei giornali, non vi saranno pause dell’attenzione, non vi saranno non dico dimenticanza ma intervalli nell’esigenza di sospingere concretamente e velocemente la ri presa».

Davanti a Mattarella i sindaci hanno cantato “Romagna mia”, mentre il governatore Stefano Bonaccini ha ribadito: «Noi non guardiamo l’appartenenza politica, l’unico colore che conosciamo è la straordinaria fascia tricolore dei sindaci. Io devo ringraziarli. C’è stata una determinazione e una passione, mai una lamentela. Penso che sia un momento che faccia bene al Paese, anche dal punto di vista della sua concordia. Noi non vogliamo un centesimo più di quello che ci spetta ma pretendiamo di avere fino all’ultimo centesimo che ci spetta».