Il sindaco

Dario Nardella, assalto alle case dei fiorentini: cosa ha deciso

Antonio Castro

Va chiedendo 500 milioni al governo per tamponare “l’emergenza casa”, poi però si schiera apertamente contro chi una casa (magari acquistata, forse ereditata), c’è l’ha e- oltre a pagarci sopra le tasse- vorrebbe quantomeno tirarci fuori un reddito. Quantomeno andarci in pari. Scegliendo come e se affittarla. La delibera portata ieri in consiglio comunale a Firenze dal sindaco Dario Nardella prevede la possibilità di «utilizzare il proprio alloggio per un affitto turistico breve solo fuori dal centro storico». In cambio ai proprietari fiorentini viene garantito l’azzeramento dell’Imu seconda casa per tre anni ma solo a patto che convertano l’uso di residenza temporanea all’affitto lungo. «A Firenze abbiamo stimato quasi 15mila alloggi utilizzati con affitti turistici, un numero tra i più alti d’Europa. Senza azioni forti», scandisce l’ex pupillo di Matteo Renzi, «non fermeremo questa emorragia. Per questo andremo avanti»", avverte il sindaco . Ma la delibera, approvata prima dalla giunta e poi dalle Commissioni 2 e 3, è già riuscita a spaccare la traballante maggioranza politica che sostiene il sindaco. E infatti Italia Viva di Renzi ha già fatto sapere, attraverso la capogruppo Mimma Dardano, che i renziani voteranno contro perché «questa delibera farà da apripista ai ricorsi perché viola il principio di proprietà privata. E poi c’è il rischio di una bolla immobiliare anche negli altri quartieri».

Ovviamente i proprietari (i cosiddetti host) sono infuriati. E apertamente contrari a entrambi i provvedimenti «fortemente lesivi del diritto di proprietà», spiega Gianni Facchini di Myguestfriend». In effetti non poter utilizzare un bene di proprietà viene reputato da molti esperti come addirittura «contrario ai principi costituzionali». «Valuteremo attentamente l’eventuale delibera», taglia corto il presidente della Confedilizia Giorgio Spaziani Testa. «Manca di rispetto ai proprietari che avevano deciso di mettere a reddito un bene». La Confederazione che rappresenta la proprietà immobiliare assicura che porterà «davanti al Tribunale amministrativo l’eventuale atto amministrativo di Firenze», «Non si può appellarsi alla ipotetica vivibilità della città per aggredire un diritto che dovrebbe essere evidentemente prioritario come la proprietà di un bene. E poi Nardella dovrebbe riflettere», ironizza, «che forse c’è ben altro a cui mettere mano. Basterebbero chiederlo ai fiorentini...».

 

 

 

Di sicuro la delibera vieta b&b viene utilizzata per finire alla ribalta mediatica su un tema già al centro dell’azione normativa del governo. Ora bisognerà vedere chi la spunterà. Il problema esiste. Ma la fretta di Nardella di vietare nuovi affitti brevi ha già provocato «un inevitabile boom nelle ultime settimane di registrazioni di immobili sul portale per non incorrere nel futuro nuovo divieto». L’opposizione in consiglio comunale ha provato a convincere Nardella e compagni a rinviare di un paio di mesi per lo stop agli Airbnb, in attesa delle mosse del governo nazionale «ma inutilmente». E quella approvata viene definita «come una delibera sbagliata, fuori tempo e discriminatoria», sostengono il capogruppo di Fratelli d’Italia, Alessandro Draghi, il consigliere, Jacopo Cellai e il responsabile turismo di Fdi a Firenze, Giovanni Gandolfo. Tanto più che non è stato chiesto alcun parere alla Regione «unico ente competente in materia».