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Filippo Mosca come la Salis. Ma non è un compagno ed Elly Schlein se ne frega

di Mauro Zanon mercoledì 27 marzo 2024

3' di lettura

Filippo Mosca come Ilaria Salis, ma il primo, a differenza della seconda, è rinchiuso in carcere in condizioni disumane in un Paese a guida socialista, la Romania di Marcel Ciolacu, dunque non merita l’indignazione della sinistra italiana e della leader del Partito democratico, Elly Schlein. Dopo una reclusione di quasi 11 mesi e una condanna in primo grado a 8 anni e 3 mesi per traffico internazionale di stupefacenti, i giudici romeni hanno confermato le misure cautelari ai danni del 29enne di Caltanissetta, respingendo ancora una volta la richiesta, da parte dei legali, degli arresti domiciliari.

«Non mi aspetto più nulla dal giudizio della sentenza di appello (prevista per il 19 aprile, ndr) e non mi pare che le intenzioni dei giudici siano le migliori. Sono giudici vergognosi», ha dichiarato Ornella Matraxia, madre di Filippo. «Non credo che la politica italiana abbia svolto un ruolo fondamentale in questa storia che ci ha fatto entrare nel tunnel più buio ormai da 11 lunghi mesi. L’ambasciata è stata presente ma ci dicono sempre che non possono entrare nel merito e nelle decisioni del sistema giudiziario romeno. Siamo disperati».

La mamma del detenuto ricorda che i funzionari dell’ambasciata sono stati lasciati fuori in occasione dell’udienza di marzo, così come i rappresentanti delle associazioni che stanno seguendo il caso. «Nel frattempo viviamo nella disperazione, come Filippo che si è trovato all’improvviso coinvolto in fatti che ha sempre respinto perché non ha mai commesso», ha aggiunto.

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I FATTI

A fine aprile 2023, Mosca, titolare di un ristorante ad Ibiza, si era recato assieme alla ragazza sulla spiaggia di Mamaia, a sud-est della Romania, per partecipare a un festival di musica elettronica, il Sunwaves. Ma il giorno in cui la festa è finita, quando mancavano poche ore al volo di rientro in Italia, è stato arrestato con la fidanzata, poi rilasciata, e i due amici con cui è andato a processo, Luca Cammalleri e un’altra ragazza italiana, Eluana. Il motivo? Una lettera arrivata nell’hotel dove alloggiavano con all’interno 150 grammi di stupefacenti tra ketamina, hashish e md ma.

Il pacco era per Eluana, che vive in Spagna e ha dichiarato in tutte le sedi di essere l’unica responsabile del contenuto. Ciononostante il tribunale ha condannato tutti e tre. Secondo i giudici, il contenuto era destinato allo spaccio durante i giorni del festival e tutti e tre gli imputati erano coinvolti nell’operazione.

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«Vivono come fossero in isolamento, non sono più 24 in cella, ma passano l’ora d’aria in un piccolo cortile di pochi metri quadrati, il cibo continua a essere pessimo sia nella qualità che nella quantità. E Filippo, che soffre di problemi gastrici, dovrebbe seguire un regime dietetico ben preciso», ha raccontato la madre, che in tutti i modi sta cercando di portare sotto i riflettori le spaventose condizioni di detenzione del figlio. Del caso, oltre alle autorità italiane, si sta occupando anche l’associazione Nessuno tocchi Caino, Ong impegnata contro la pena di morte e le condizioni estreme di carcerazione. «Mi è stato consigliato di chiedere l’estradizione in Italia, ma Filippo si è sempre rifiutato di riconoscere un fatto non commesso. Chiediamo solo di avere un giudizio imparziale e condizioni che rispettino la dignità umana», ha dichiarato ancora la madre del 29enne di Caltanissetta.

Il 5 aprile l’eurodeputata Francesca Donato (Nuova Dc), assieme all’ambasciatore italiano in Romania, Alfredo Durante Mangoni, farà una visita in carcere a Filippo, Luca e alla ragazza per verificare le loro condizioni di detenzione.

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SILENZIO ASSORDANTE

E da parte di Elly Schlein, sempre in prima fila, a parole, per condannare la violazione dei diritti umani? Silenzio assordante. Eppure, per il caso Ilaria Salis, militante antifascista e insegnante in una scuola elementare lombarda, accusata di aver partecipato a Budapest, l’11 febbraio 2023, a un’aggressione violenta contro gruppi di estrema destra, la leader Pd ha passato giornate intere a criticare il governo Meloni e il suo presunto poco impegno nel dossier, perché «in imbarazzo per l’amicizia con Orbán». Peccato che le condizioni in cui è imprigionato Filippo Mosca, secondo i racconti dettagliati della madre, non siano distanti da quelle in cui si trova l’insegnante antifà, rinchiusa da più di un mese nel carcere di massima sicurezza di Budapest. Per Schlein, però, invocare il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali non è più una priorità se c’è un primo ministro della stessa obbedienza politica.

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