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Matteo Lepore, manifestazione con soldi pubblici? FdI, scatta la denuncia

di Alessandro Gonzato sabato 22 marzo 2025

3' di lettura

Due le notizie: la prima è che Fratelli d’Italia ha pronto un esposto contro i sindaci che utilizzano soldi della collettività per eventi politici; la seconda è che il sindaco di Bologna, il dem Matteo Lepore, ha spostato di un giorno la piazzata “pacifista”, pardon la piazza, dal 5 al 6 aprile. Il motivo reale è che teme il confronto con l’altra chiassata, quella dei Cinquestelle a Roma, prevista appunto il giorno 5, ma Lepore ovviamente non lo dice e adduce altre spiegazioni. Ci arriviamo.

Partiamo da Fdi la cui iniziativa è di Galeazzo Bignami, bolognese, capogruppo alla Camera: «Presenteremo un esposto alla procura di Roma e alle autorità competenti delle città in cui si sono tenute e si terranno manifestazioni di parte come quella di sabato scorso nella capitale. Vogliamo chiarezza sulle spese della loro organizzazione. Vogliamo una risposta chiara», prosegue Bignami, «sull’eventuale compartecipazione del Comune di Roma e di altre amministrazioni locali in particolare sull’utilizzo dei soldi di tutti i cittadini per finanziare iniziative di parte. Questo», sottolinea il deputato di Fdi, «riguarda in particolare Bologna visto che è stata annunciata nei prossimi giorni un’iniziativa che si vuole ammantare di istituzionalità. Sono esposti che depositeremo anche alla Corte dei Conti».

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MONETA TONANTE
Ricordiamo che per la manifestazione di sabato scorso a Roma, in piazza del Popolo, il Comune capitolino ha sborsato 270mila euro di denaro pubblico, fatto mai smentito. Roma Capitale ha pure sganciato per alcuni biglietti del treno, destinati ai vip, e per i pernottamenti, altra spesa di cui non è arrivata alcuna contestazione da parte del Campidoglio. Torniamo all’azione di Fratelli d’Italia. «I contribuenti non devono essere costretti a pagare con soldi destinati al sociale, ai servizi, alle infrastrutture. A Roma», spiega Bignami, «ci aspettiamo che in settantadue ore si compiano tutti gli atti dovuti conseguenti». Ieri Libero aveva già riportato le reazioni di consiglieri comunali bolognesi di Fdi e della Lega, decisi a vigilare sulle casse comunali.

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CAMBIO DI ROTTA
Dicevamo del cambio di data deciso dal sindaco di Bologna, posticipata di ventiquattro ore con ritrovo sempre in piazza Nettuno. Questa la nota diffusa congiuntamente con il collega di Firenze, altro dem, Sara Funaro, dato che all’evento parteciperà anche il capoluogo toscano. «Per cultura istituzionale e politica», hanno dichiarato in queste ore, «consideriamo le piazze luoghi per unire, e mai per dividere». I due sindaci del Pd passano all’attacco: «Per quanto discutibili le letture di alcuni organi di stampa che vorrebbero in contrapposizione la manifestazione organizzata da Bologna e Firenze con quella nazionale annunciata dal Movimento Cinquestelle a Roma per il 5 aprile, abbiamo deciso di non lasciare spazio ad alcuna forma di strumentalizzazione». Quindi l’annuncio: «Sposteremo l’iniziativa da sabato 5 a domenica 6 aprile. L’obiettivo è quello di manifestare in tanti, uniti, per un’Europa di pace, democratica, per la difesa delle persone e dell’ambiente». Scusate, va bene tutto, ma cosa c’entra il green con la guerra?

Poi c’è da fare un’altra osservazione: Giuseppe Conte aveva annunciato la manifestazione di partito giorni fa, non è stata una decisione improvvisa. Dunque il sindaco di Bologna sapeva già della concomitanza di date. Per «cultura istituzionale e politica» non poteva scegliere già dall’inizio un’altra data? Il centrodestra a Bologna ha acceso i fari ma l’ha fatto anche a Firenze, come riportato dal nostro giornale. In che modo parteciperà il Comune toscano all’iniziativa? Sarà semplicemente presente o contribuirà alle eventuali spese organizzative? Consiglieri comunali, regionali ed europarlamentari di Lega e Fdi sono pronti a loro volta a chiedere spiegazioni alla Funaro.

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