Regione “rossa” ma si sfascia. I comuni allo sbando nelle alleanze. E il presidente dell’Anci, occasionalmente sindaco di Napoli, dice di non occuparsi delle amministrazioni locali. È la Campania of course, dove dopo le strattonate all’ex del governatore Vincenzo De Luca, il centrosinistra è ormai una bolla pronta all’esplosione.
Nei comuni il caos è totale e chissà se tutto questo avrà un qualche effetto nelle battaglia per le regionali: se in molti territori non ci sarà alleanza tra Pd e Cinque stelle – in alcuni grandi amministrazioni nemmeno si presentano – come faranno a sostenere lealmente lo stesso candidato pentastellato (questo pare il destino) alla presidenza della regione? La tensione è tanta e Gaetano Manfredi, un tempo rettore e oggi sindaco del capoluogo, tenta di spegnere gli incendi. Ma senza alcuna credibilità proprio per il suo altissimo incarico al vertice dell’associazione dei comuni. Manfredi – che ha un fratello di nome Massimiliano, consigliere regionale del Pd, e che nel comune di Nola è riuscito a sfasciare ogni ipotesi di alleanza a sinistra – giura di non sapere nulla di quel che succede.
«Per la verità». Così dice ai cronisti: «Per la verità non ho seguito questa dinamica sulla presentazione delle liste nei Comuni verso il voto. Ma diciamo che nei Comuni c’è tanto civismo, tante forze trasversali e, nella maggior parte dei casi, i partiti non si presentano con i loro simboli: sono le dinamiche di Comuni medio-piccoli». Eppure non sono pochi i territori chiamati ad eleggere i sindaci il 25 e 26 maggio. Ma lui, «per la verità», non ne sa nulla, dice. Ci sono comuni grandi, come Giugliano e appunto Nola (città dei due Manfredi) ma anche più piccoli, come Marigliano, Volla e Casavatore. Manfredi ha sottolineato poi che «la situazione di Giugliano è un po’ diversa perché c’è una commissione d’accesso che sta lavorando. Ma alla fine ogni Comune ha una sua storia e quindi dare una lettura politica globale di eventi che sono assolutamente locali credo che sia sbagliato».
Il sindaco di Napoli non mette in dubbio che l’alleanza Pd-M5s possa invece essere costruita ed avere successo nelle elezioni regionali in autunno in Campania: «Io credo che ci sia un centrodestra e un centrosinistra in Italia - ha detto - e in Campania, come avverrà naturalmente in tutte le Regioni al voto, ci sarà un’alleanza complessiva del centrosinistra». Il che pare davvero l’ammissione di un fallimento politico. Tutta la battaglia dei partiti la riduce ad un pateracchio di potere per conquistare la regione Campania e pazienza per quel che potrà succedere nelle amministrazioni comunali.
Detto dal numero uno dell’Anci non offre molte garanzie di credibilità della politica... Ma d’altronde, Manfredi il sindaco va capito. E per certi versi anche compatito. Se nella sua città d’origine, il fratello gli combina autentici sconquassi politici con una densità impressionante di salti della quaglia da uno schieramento all’altro, che cosa ci si può aspettare? Paradossalmente, pur senza la poltrona da governatore in prospettiva, l’unico a guadagnarci può essere proprio Vincenzo De Luca, rimasto il solo soggetto politico a poter dire al Pd che solo lui può dare le carte per evitare una pesante sconfitta almeno alle regionali.
Visto che ormai la partita sembra doversi disputare attorno a un candidato espressione dei Cinque Stelle – Fico è il favorito tra gli uomini di Conte ma come in un Conclave non si può mai dire... - molto dipenderà dal numero e dalla qualità delle liste della coalizione che il centrosinistra sarà in grado di schierare. E i nomi più pesanti potrebbe volerli scegliere proprio De Luca, che ovviamente è indisponibile a farsi rubare il mazzo. Ancora una volta, i guai sono tutti per Elly Schlein: tra qualche giorno sarà costretta ad occuparsi del caso Campania, a confrontarsi con il “cacicco” che sta ancora alla regione e a litigare con le correnti in rissa tra loro. E poi a dire sissignore a Giuseppe Conte.