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Matteo Lepore fa lavorare i dipendenti del Comune alla piazzata rossa

di Andrea Muzzolon domenica 6 aprile 2025

3' di lettura

«Quando avremo l’elenco completo dei finanziatori della manifestazione di domenica lo forniremo». Così parlò l’amministrazione comunale di Bologna, tramite l’assessore al Bilancio Roberta Li Calzi, dopo il caso sollevato da Libero sulla provenienza dei fondi per allestire la riedizione della piazza rossa per l’Europa ideata da Michele Serra. Bene, oggi è domenica e questo fantomatico elenco ancora non c’è. L’unico avviso dell’amministrazione risale alla nota pubblicata online lo scorso 2 aprile in cui veniva annunciato che «tutti gli ospiti parteciperanno a titolo gratuito», e che «i costi organizzativi per l’allestimento dello spazio, che ammontano a 20mila euro, saranno interamente sostenuti da soggetti privati che aderiscono all’iniziativa». Poi il nulla. A questo punto, le possibilità sono due: o il Comune di Bologna non sa chi finanziala manifestazione di questo pomeriggio, oppure a Palazzo d’Accursio non sanno come evitarsi qualche imbarazzo.

COORDINAMENTO COMUNALE
A far propendere per la seconda ipotesi è però una scoperta dell’ultimo minuto, tenuta ben nascosta fino a ieri: per l’evento saranno impiegati diversi dipendenti del Comune di Bologna, dall’ufficio stampa fino ad altri impiegati degli uffici. Il tutto, ricordiamolo bene, di domenica, quando le strutture comunali dovrebbero essere chiuse e i dipendenti di riposo. Vuoi vedere che pure loro saranno pagati dai misteriosi sponsor privati annunciati dalla giunta? Dubito. Non solo: il sindaco Matteo Lepore, per quella che è a tutti gli effetti è una manifestazione di partito- i promotori sono proprio il sindaco di Bologna insieme a quello di Firenze, Sara Funaro, entrambi del Pd - ha predisposto l’utilizzo di una sala del Comune, la Tassinari, e un servizio di riprese video da Palazzo d’Accursio. Il tutto, testimoniato da una comunicazione inviata ai giornalisti accreditati per partecipare alla piazza di oggi.

A smascherare l’ennesima contraddizione dei compagni bolognesi è l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Stefano Cavedagna: «Come può dire Lepore che non è un’organizzazione portata avanti dal Comune? Come è possibile che dipendenti comunali lavorino per una manifestazione della sinistra? E ancor di più: lavoreranno domenica 6 aprile? Alla faccia dei diritti dei lavoratori». L’impegno dello staff comunale, spiega il meloniano, è «l’ennesima dimostrazione che questa piazza non solo è schierata, ma sta utilizzando risorse dei bolognesi e dipendenti del Comune di Bologna».

Nonostante il pressing dell’opposizione, con Fdi e Lega che hanno presentato diverse interrogazioni all’amministrazione per capire l’entità dei finanziamenti e, soprattutto, l’identità dei finanziatori, in Consiglio comunale non è arrivata nessuna risposta. Per questo, e soprattutto alla luce dell’impiego dei dipendenti pubblici, Cavedagna annuncia: «Andremo alla Corte dei Conti per presentare un esposto contro il Sindaco, per presunto danno erariale. Il sindaco Lepore del Pd si prenda le sue responsabilità. I soldi dei bolognesi non possono essere utilizzati per una piazza della sinistra».

Pd, Matteo Lepore muto sugli sponsor: imbarazzo a sinistra

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PALLA IN TRIBUNA
Lepore, ormai all’angolo, braccato dai cronisti non ha potuto fare altro che sparare la palla in tribuna. «Penso che la destra italiana dovrebbe rispettare maggiormente le manifestazioni delle libere città», ha replicato a quanti gli chiedevano conto delle accuse mosse da Fratelli d’Italia. Una non risposta che poi è sfociata in vera e propria provocazione verso il centrodestra: «Dovrebbero essere con noi (in piazza, ndr) perché finché le persone scendono in piazza c’è libertà e c’è democrazia». Un invito, già arrivato anche negli scorsi giorni, che sa molto di strategia per potersi poi sottrarre da possibili contestazioni erariali. «Se Lepore vuole manifestare è libero di farlo», replica Cavedagna a Libero, «ma non può usare risorse pubbliche, strutture comunali e far lavorare dipendenti pubblici, peraltro di domenica, per fare propaganda». Il messaggio di Fratelli d’Italia è chiaro: «Il Comune è di tutti i bolognesi, non è cosa sua». Insomma, il centrodestra non si presterà alla “piazza rossa” di Repubblica.

In compenso, il parterre di compagni sarà ricchissimo: ad aprire le danze i due sindaci di Bologna e Firenze insieme all’ “ideologo” Michele Serra, poi a pioggia Gad Lerner, Francesca Mannocchi, Paolo Hendel, e il sindaco di Napoli e presidente di Anci Gaetano Manfredi. Dulcis in fundo, Romano Prodi che però parlerà in collegamento. Per lo meno questa volta non potrà prendersela con i giornalisti.

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