A una settimana dal ballottaggio, cambia tutto negli scenari per le amministrative di Taranto. A sorpresa ieri è arrivata l’unità del centrodestra, con apparentamento ufficiale tra le liste di Fratelli d’Italia, Forza Italia, e Noi Moderati, con Francesco Tacente, il candidato arrivato al ballottaggio con il sostegno della Lega, dei Socialisti Riformisti, e altre liste civiche. Era stato lo stesso vicepremier Matteo Salvini, a Taranto per la campagna elettorale, a chiedere che il centrodestra potesse riunirsi al ballottaggio per sostenere Tacente.
«Il senso di responsabilità delle forze della nostra coalizione ha tracciato l’unica strada percorribile per scongiurare il rischio che Taranto finisca nelle mani di un centrosinistra ormai al centro di scandali ed eclatanti casi di cattiva gestione della cosa pubblica: pertanto, oggi comunichiamo la decisione di proporci agli elettori, nel segno dell’unità, sostenendo Checco Tacente con un apparentamento ufficiale - hanno dichiarato i partiti di centrodestra - Ora dobbiamo lavorare con il massimo impegno per salvare Taranto dalla coalizione di centrosinistra e ridare a una delle città più importanti del Mezzogiorno una prospettiva vera di futuro».
Dall’altra parte niente di fatto per il candidato del centrosinistra Piero Bitetti, che non è riuscito nell’apparentamento con i Cinquestelle, che escono dal primo turno con l’11%. Nonostante abbia accettato tutti i paletti posti dagli ex grillini per riunire il campo largo, ovvero una serie di no: no al rigassificatore (necessario per Ilva), no al dissalatore, no all’Aia (autorizzazione ilva) e no al Comparto 32 (nuova espansione commerciale della città).
Anche se lo stesso Emiliano è invece favorevole sia al dissalatore, che al rigassificatore, che all’Aia, avendo espresso apertura al ministro Urso che ha posto queste come condizioni indispensabili per potere tenere Ilva aperta e avviare la trasformazione a forni elettrici e la vendita della società. Ma nonostante il candidato sindaco Bitetti, e il Pd, abbiano accolto tutte e quattro le conditio sine qua non, i 5 stelle hanno deciso di non sottoscrivere l’apparentamento ufficiale, riservandosi entro oggi di decidere se invitare al voto verso il candidato Bitetti. «La coalizione di Bitetti dica se vuole il sostegno dei Cinquestelle» ha detto ieri il presidente del Movimento Cinquestelle Giuseppe Conte. «Bitetti dica se intende raccogliere le premure della nostra comunità politica e dei cittadini che ci hanno sostenuto e aprirsi ad accogliere un nostro sostegno elettorale».
A questo punto, se vincesse Bitetti con il centrosinistra e i 5s, per Ilva sarebbe davvero la fine. Di questo devono tenere conto domenica prossima i diecimila dipendenti diretti, e tutto il resto della città che dovrebbe affrontare un fenomeno di esuberi così alto.