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"Vergogna, falsa". Insulti a Meloni: ecco la sinistra

Il premier: "Referendum? Vado ma non ritiro la scheda. È una delle opzioni". Ma da Conte a Magi fino a Bonelli è pioggia di veleno sul capo del governo
lunedì 2 giugno 2025

3' di lettura

"Referendum dell'8 e 9 giugno? Vado ma non ritiro la scheda. È una delle opzioni". Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, risponde alle domande dei cronisti dopo la deposizione della corona d'alloro all'altare della patria da parte del capo dello Stato per la celebrazione della festa della Repubblica. Poche parole che son bastate per l'ennesima reazione isterica della sinistra. Ad aprire le danze è Angelo Bonelli: "Mancava solo la presidente del Consiglio, e la lista dei sabotatori del referendum è completa: prima il presidente del Senato, poi i ministri, ora anche la premier". E ancora: "Non votano perché sanno di essere minoranza nel Paese - aggiunge -, e usano l'astensionismo che a parole dicono di voler combattere a ogni elezione. Ma oggi, di fronte alla possibilità di migliorare concretamente la qualità della vita di lavoratori e lavoratrici, e di riconoscere diritti e doveri a chi vive e lavora in Italia, la destra organizza il sabotaggio della democrazia''. ''Se anche la presidente del Consiglio è costretta ad annunciare che non ritirerà le schede, con l'obiettivo di non far raggiungere il quorum, significa una sola cosa: hanno paura della vittoria, perché sanno che il quorum può essere raggiunto. E allora rivolgo un appello a chi di solito non va a votare: stavolta andateci, e fate il contrario di ciò che il potere oggi vi chiede".

Giorgia Meloni: "Vado ma non ritiro la scheda": referendum, sinistra muta

"Vado a votare ma non ritiro la scheda, è una delle opzioni". Così la premier Giorgia Meloni ha...

Poi si è unito Giuseppe Conte: "Indigna ma non stupisce che Meloni non ritirerà la scheda e quindi non voterà al referendum dell'8 e 9 giugno in cui si sceglie se aumentare i diritti e le tutele dei lavoratori contro precarietà, incidenti sul lavoro, licenziamenti. In fondo in quasi 30 anni di politica non ha fatto nulla per tutelare chi lavora e si spacca la schiena ogni giorno, i ragazzi precari che non hanno la fortuna di aver fatto carriera in politica. È vergognoso che questo messaggio di astensione rispetto a una scelta importante arrivi da un Presidente del Consiglio il 2 giugno, giorno simbolo di un Paese che sceglie la Repubblica, della prima volta per le donne ammesse a un voto nazionale".

E ancora: "Invito i nostri ragazzi a recuperare la storia di Teresa Mattei, che proprio in quel 2 giugno del 1946 fu la più giovane eletta all'assemblea Costituente e che si battè perché all'articolo 3 della Costituzione fosse inserita la libertà e l'uguaglianza ‘di fatto’ per i cittadini, non a chiacchiere. Non sono liberi e uguali ‘di fatto’ i lavoratori che non possono difendersi da licenziamenti, precariato, incidenti sul lavoro. Viva l'impegno e la partecipazione per migliorare le cose, viva il 2 giugno, viva la Repubblica". Infine anche Magi di +Europa spara veleno: "Giorgia Meloni dice che andra' a votare ma non ritirera' le schede: una dichiarazione furba ma falsa perche' non si puo' andare a votare non ritirando le schede di alcun referendum. Un invito di fatto all'astensione quindi, che fa impallidire soprattutto perche' fatto durante la cerimonia del 2 giugno, quando gli italiani con un referendum scelsero la Repubblica. I cittadini sono liberi di andare a votare e i leader politici di dare le proprie indicazioni, ma che la premier mandi messaggi confusi che invitano alla non partecipazione al voto e' agghiacciante: e' evidente ormai che Meloni e tutta la sua maggioranza temono il voto. Nel giorno in cui si celebra la Repubblica nata dal referendum, il nostro invito e' di andare a votare e votare Si al referendum sulla cittadinanza". 

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