«Mamma, mi compri il gelato?». «Non so, tesoro. Chiediamolo allo sport and health city manager». Sembra una battuta, ma è anche il futuro piano del Partito democratico per riempire le piante organiche dei Comuni di nuovi, profumatissimi profili dirigenziali. Sta per nascere ufficialmente a Firenze il city manager del benessere, ribattezzato con guizzo anglosassone – appunto – sport and health city manager, un incarico pubblico che, nei sogni del Pd locale, dovrebbe guidare i cittadini lungo il tortuoso sentiero della virtù fisica e alimentare. Detto altrimenti: un dirigente pubblico con lo scopo di insegnare a camminare, respirare e magari anche digerire correttamente. La delibera è stata appena approvata dal consiglio metropolitano fiorentino, pronta a generare l’ennesimo strapuntino per chi sappia consigliare la bici al posto dell’auto o convincere la gente che la frittura, in fondo, può attendere. Dopo l’approvazione, scatterà il bando e, poi, un altro posticino al sole per quanti sognano di diventare dirigente dello stretching civico o funzionario dell’aria buona. L’idea non è una farina locale, ma addirittura nazionale. Il progetto trae infatti ispirazione da una proposta dell’Anci benedetta da Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli ed esponente un po’ del Pd e un po’ del M5s.
La filosofia (stalinista) è chiara: se l’Italia arranca su ogni classifica sanitaria, la soluzione è semplice, strutturale, ideologica: un’altra poltrona. E che poltrona: una figura formata con i fondi del Dipartimento delle politiche giovanili per gli under 35 (quindi coi soldi di tutti). Il wellness si candida quindi a diventare la prossima frontiera del pubblico impiego. Altro che concorso per medici: ora si cercano profeti della camminata a passo svelto. Il profilo è talmente surreale da risultare quasi poetico. Il manager della salute avrà il compito di «promuovere la salute» e «stili di vita sani» nei Comuni dell’area metropolitana del capoluogo. Obiettivi nobili, si dirà. Ma a leggere meglio, l’azione si tradurrà in consigli alla cittadinanza del tipo: «Non prendete la macchina, fate due passi». Risponderebbe Massimo Troisi: «Sì, ora me lo segno». Si ignora, finora, se l’abbigliamento sarà incluso nel piano: almeno un paio di scarpe comode, se non direttamente una tuta sponsorizzata Regione Toscana. Altro che il “Mangia, prega, ama” di Julia Roberts. A Firenze al massimo andrà di moda il “Digiuna, prega e cammina”.
La regia politica dell’operazione porta la firma di Sara Funaro, sindaca dem di Firenze e numero uno della Città Metropolitana. L’ha sposata con entusiasmo, convinta – a quanto pare – che il modo migliore per alleggerire l’impatto socio-sanitario delle patologie da sedentarietà sia quello di nominare un superdirigente con la vocazione da trainer. Il tutto mentre si moltiplicano i problemi reali: liste d’attesa, pronto soccorso in affanno, strutture sportive in degrado. Ma vuoi mettere la soddisfazione di assumere qualcuno che possa invitarti a «preferire le scale all’ascensore»? D'altronde, la stessa Regione Toscana, qualche mese fa, aveva tracciato la linea maestra in tema di benessere civico finanziando, con 600mila euro, la delibera sulle medicine complementari. Così, mentre l’influenza si cura col paracetamolo e le code in ospedale si allungano, il governo toscano promuove la terapia forestale – da praticare solo in aree dominate da pino domestico o leccio, c'è scritto nelle carte – e l’omeopatia. Non manca neppure la fitoterapia, utile per sentirsi meglio con l’alloro, quando manca il medico.
A farsi largo tra tanta euforia ci ha provato Alessandro Draghi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, che ha posto un’alternativa poco telegenica ma sorprendentemente sensata: «Offrire palestre gratuite ai cittadini con Isee basso, incentivare l’attività fisica vera con iscrizioni a società sportive», anziché moltiplicare sedie e timbri. Ma si sa: Draghi siede in minoranza e nel Pd (Poltronificio democratico), come lo chiamano con una certa grazia a queste latitudini, la realtà non ha mai la meglio sulla narrativa. Nessuno ancora ha capito se questo nuovo sport manager avrà anche poteri di sanzione contro i golosi o se potrà intervenire d’ufficio quando scatta l’aperitivo con patatine. Un po’ come nella scena di Fantozzi contro tutti quando il dottor Birkermaier lo sorprende a ingozzarsi di polpette e urla: «Lui mancia, lui mancia tutto».