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Per il Tar non si può vietare il lutto, nemmeno quello dei militanti

E prima o poi verrà il tempo in cui saranno rispettati i morti e consentito ai vivi di ricordarne il sacrificio. Ogni anno commemorare la triste ricorrenza della strage di via Acca Larentia
di Francesco Storace venerdì 13 giugno 2025

2' di lettura

E prima o poi verrà il tempo in cui saranno rispettati i morti e consentito ai vivi di ricordarne il sacrificio. Ogni anno commemorare la triste ricorrenza della strage di via Acca Larentia (lì c’era una sezione del Msi davanti alla quale furono ammazzati tre militanti di destra) sembra una conquista. Perché c’è chi non vuole. E quest’anno la Questura di Roma aveva inflitto un Daspo un po’ anomalo contro gli attivisti e dirigenti di CasaPound. Non poter andare allo stadio, ad esempio (anche a chi non ci va mai...). Ebbene, l’organizzazione di destra ha presentato un ricorso al Tar del Lazio contro la decisione e ha vinto. Daspo annullati. E CasaPound, con in testa il suo presidente Gianluca Iannone e il portavoce Luca Marsella, giustamente esulta. Ma quale reato è un saluto che dura pochi secondi per onorare i Caduti...?
«Si tratta di una vittoria significativa, sia sul piano politico che su quello giuridico». «Dalla lettura della sentenza», afferma la nota di CasaPound «emerge con chiarezza l’infondatezza dei provvedimenti adottati perché i Daspo fuori contesto non possono essere emessi in relazione ai reati che ci vengono contestati.

Quella che viene riproposta sistematicamente è una logica inquisitoria, che trasforma legittime commemorazioni in oggetto di criminalizzazione mediatica e giudiziaria. Acca Larenzia, come altre pagine tragiche della storia degli anni di piombo, rappresenta per noi un momento di raccoglimento e memoria che rivendichiamo come diritto inviolabile». La decisione del tribunale «accoglie il ricorso» presentato, tra gli altri, da Marsella, «e per l'effetto, annulla gli atti impugnati», si legge nella sentenza di 7 pagine. «Compensa le spese di lite a eccezione del contributo unificato che il ministero dell’Interno deve restituire ai ricorrenti qualora da questi anticipato», è scritto nelle carte. Il Tribunale Amministrativo Regionale, «ordina che la sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa». Il Collegio - si legge ancora nella decisione - «ritiene di non poter condividere quanto prospettato dalla Questura di Roma».

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Ed è così che sono stati annullati dal Tar del Lazio i Daspo «fuori contesto» inflitti a inizio anno a diversi militanti imposti per la reiterazione del saluto romano durante la commemorazione che ogni 7 gennaio si tiene ad Acca Larenzia. Il questore di Roma aveva emesso i Daspo per la reiterazione della violazione delle norme che vietano l’apologia del fascismo. Con il termine «fuori contesto», si intende che l'atto contestato è avvenuto in un luogo lontano da stadio o impianto sportivo. I militanti colpiti erano rei, secondo la questura, di aver compiuto ripetutamente il saluto romano durante la commemorazione che, appunto, prevede di urlare per tre volte alle 18 spaccate del 7 gennaio il grido «presente!» seguito dal saluto fascista, in ricordo dei tre militanti del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, uccisi 47 anni fa. Magari, la prossima volta ci si penserà prima di criminalizzare il ricordo di Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. In fondo, erano tre ragazzi che facevano politica e furono uccisi per questo: non si può vietare il lutto.

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