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Iran e Israele in guerra, si scatena la sinistra contro Meloni

venerdì 13 giugno 2025

2' di lettura

La drammatica escalation militare in Medio Oriente, con l'attacco aereo di Israele in Iran e Teheran che minaccia di "aprire le porte dell'inferno", diventano subito come prevedibile un tema politico anche in Italia. E mentre la premier Giorgia Meloni ha presieduto oggi in videoconferenza un vertice urgente a Palazzo Chigi con i ministri Tajani, Salvini, Piantedosi, Crosetto, Giorgetti, i sottosegretari Fazzolari e Mantovano e i vertici dell'intelligence italiano (un coordinamento, spiegano dal governo, che diventerà "permanente"), da sinistra inizia il pressing.

"Israele non si ferma e scatena la guerra all'Iran. Con un'ennesima gravissima e inaudita violazione di tutto il diritto internazionale, Israele mette il mondo a rischio di guerra mondiale. Il genocidio a Gaza, la pulizia etnica e il piano di annessione della Cisgiordania, l'invasione e i bombardamenti in altri paesi sovrani della regione, non bastano a Netanyahu. Cosa aspettano la comunità internazionale, la Unione Europea, il Governo Italiano a dire basta?". A sottolinearlo sono i promotori italiani della Campagna europea Stop Rearm Europe, Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac e Transform Italia. Che lanciano poi un appello: "Chiediamo con forza che l'Unione Europea e il governo Meloni interrompano ogni tipo di relazione con Israele, in primis la vendita d'armi, per dare un segnale chiaro e inequivocabile a tutta la Nazione e all'intera Comunità internazionale che l'Italia non vuole essere più essere complice".

"Il Governo Meloni - aggiungono i promotori - tenga conto della volontà, già espressa sul territorio nazionale, da diverse Regioni italiane, dalla Puglia all'Emilia Romagna alla Toscana, di interrompere i rapporti con Israele, alle quali si stanno aggiungendo tanti Comuni ed Enti locali e una parte sempre più ampia di società civile che chiede con forza di fermare Israele e le politiche di riarmo". Posizioni, quelle di Puglia, Emilia Romagna e Toscana, espressioni di un partito, il Pd, e in generale di maggioranze di centrosinistra.

"A oggi - prosegue la nota - sono 400 le sigle di organizzazioni sociali e politiche che hanno aderito alla manifestazione nazionale 'No guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo', che si terrà il 21 giugno, alle ore 14, a Roma a Porta San Paolo (Piazzale Ostiense), in occasione del vertice Nato a L'Aja, che proprio in quei giorni deciderà i dettagli del Piano di riarmo europeo da 800 miliardi e l'aumento delle spese militari al 5% del Pil. "Non vogliamo prepararci alla guerra, e non vogliamo che Israele ci porti alla Terza Guerra Mondiale. Chiediamo a tutti e tutte di aumentare la pressione e la mobilitazione in queste ore, sul Governo e sugli Enti Locali. E invitiamo a fare ogni sforzo per essere tanti e tante a Roma il 21 giugno. Ne va della vita e del futuro". 

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