A lezione di storia da Giorgia Meloni. Il presidente del Consiglio ha tirato in ballo gli antichi romani per replicare alle accuse dell'opposizione sul riarmo e sulla guerra in Medio Oriente. "Io la penso come i romani, si vis pace para bellum: quando ti doti di una difesa non lo fai per attaccare, la pace è deterrenza, se si hanno dei sistemi di sicurezza e difesa solidi si possono più facilmente evitare dei conflitti, è quello che dicevo ieri citando Margaret Thatcher, i nostri valori non si difendono da soli perché sono buoni e per cause giuste ma si difendono se abbiamo una difesa adeguata", ha detto il premier in replica dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo al Senato, sottolineando che la difesa è "condizione essenziale per garantire e costruire la pace".
Subito dopo ha risposto a Matteo Renzi che le aveva chiesto quanto l'Italia contasse nel mondo. "Io non considero la politica estera fatta di photo opportuniy - ha detto Meloni -, le cose che faccio sono molte di più di quelle che condivido pubblicamente. Non penso di essere io a dire se conto qualcosa né che possa farlo qualcuno di noi, gli unici a farlo possono essere gli italiani".
Elly Schlein, dal canto suo, non ha accolto di buon grado la citazione dall'antica Roma per giustificare la politica estera italiana. "A Giorgia Meloni vorrei dire che rispetto a 2000 anni fa il mondo ha fatto dei passi in avanti nella risoluzione delle controversie. Preparare la guerra, come pensa lei, è il contrario di quello che serve e vuole l'Italia. Il nostro Paese deve impegnarsi per costruire la pace, per la risoluzione pacifica dei conflitti attraverso il dialogo e il multilateralismo. Tutto ciò che ci ha consentito di vivere senza guerra dalla caduta del nazifascismo. Io la penso come i Costituenti che nella Carta Costituzionale hanno scritto che 'l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali'".