Scusate, ho scherzato. Passo indietro per Ilaria Salis, che non prenderà parte al Pride di Budapest in programma domani, sabato 28 giugno, nonostante i divieti imposti da Viktor Orban. L'eurodeputata eletta con Avs infatti ha deciso di rinunciare alla sua presenza. L'intenzione di partecipare, annunciata sui social a fine maggio, aveva suscitato un ovvio dibattito politico. Le reazioni non si sono fatte attendere, sia da destra sia da sinistra: mentre la maggioranza ungherese l’ha attaccata duramente, anche settori dell’opposizione le avevano chiesto pubblicamente, tramite una lettera, di evitare la trasferta per non aggravare la fragile posizione delle forze che si oppongono ad Orban.
Si ricorda che l'elezione della Salis all'europarlamento è avvenuta proprio per sottrarla alle carceri ungheresi, dove si trovava con l'accusa di avere preso parte a un raid contro un gruppo di manifestanti di estrema destra, proprio a Budapest.
Salis inizialmente aveva assicurato di essere presente all'evento: “I’ll be marching in Budapest Pride”. Insomma, pronta a tornare sul luogo in cui era stata incarcerata. Poi, lady okkupazioni ha ripiegato su una linea più mite: meglio non andare. Il Pride si terrà grazie all'autorizzazione del sindaco di Budapest. La complessa situazione giudiziaria di Ilaria Salis, ovviamente, ha pesato sulla sua decisione finale. Su di lei pende ancora la richiesta, avanzata dal governo ungherese nell’ottobre scorso, di revoca dell’immunità parlamentare. Richiesta presentata appena dopo il suo duro intervento in aula a Strasburgo contro il premier ungherese.
La Commissione Affari giuridici del Parlamento europeo avrebbe dovuto esaminarla il 24 giugno, ma la discussione è stata rimandata. Si attende ora che il tema venga affrontato nella sessione di metà luglio, o forse addirittura a settembre, prima del voto dell’assemblea plenaria sulla raccomandazione della Commissione. Troppo alto il rischio, dunque, per Salis, accusata in Ungheria dell'aggressione che avvenne nel cosiddetto Giorno dell’Onore. Ilaria Salis ha già trascorso più di un anno nelle carceri ungheresi: meglio evitare il ritorno a Budapest, per giunta in concomitanza con un evento osteggiato in ogni modo da Viktor Orban.