Spuntano, sfioriscono, poi di nuovo germogliano. E perfino si moltiplicano (come in questi giorni). È il movimento altalenante ma costante - delle iniziative centriste nel centrosinistra, cespugli ancora slegati l’uno dall’altra, diversi e con protagonisti che per ora non si parlano, di cui non si sa l’evoluzione (rimarranno germogli, moriranno, diventeranno piante robuste?), ma espressione di un’esigenza che, anche al Nazareno, hanno ben presente: se il centrosinistra vuole vincere ha bisogno di una gamba di centro. Perché, come ha ben spiegato Dario Franceschini parlando con Il Foglio, «Schlein ha scelto di stare a sinistra, Conte sta ancora più a sinistra, Avs sta a sinistra». E i moderati chi votano? Serve, dunque, qualcosa al centro. Un’area che, sempre secondo l’inaffondabile regista del centrosinistra, vale addirittura al 10%.
Nel vivaio centrista l’iniziativa più recente è quella di Alessandro Onorato, assessore al Turismo e ai Grandi Eventi di Roma, che l’altro giorno al Parco Hotel dei Principi della Capitale, ha organizzato un evento che punta a trasformare la lista civica, Viva Roma Sempre, con cui ha sostenuto Roberto Gualtieri, in «cantiere nazionale».
QUARTA GAMBA
L’ambizione è di fare lui la famosa «quarta gamba del centrosinistra». Come? Mettendo insieme le esperienze civiche che già esistono nelle principali giunte guidate dal centrosinistra e riunendole in un unico contenitore nazionale. All’evento, infatti, c’erano suoi «omologhi» di Milano, Napoli e Firenze. Assessori espressione di liste civiche.
Più una serie di “sponsor” vip: da Raffaele Ranucci, ad dell’Auditorium Parco della Musica, ad Achille Lauro (che ha mandato un video messaggio) fino allo stilista Pierpaolo Piccioli, ex direttore creativo di Valentino, ora a Balenciaga. Politicamente, invece, lo sponsor di Onorato è Goffredo Bettini, da un anno a questa parte in cerca di leader in grado di costruire quella “tenda dei moderati” decisiva perla vittoria del centrosinistra. E non è un caso che proprio qualche giorno fa Bettini sia andato a trovare Franceschini nella sua officina. Ma non c’è solo Onorato che si muove in quest’area.
Lunedì, per dire, alla sala stampa della Camera dei deputati, l’eurodeputato dem Marco Tarquinio, Stefania Proietti (presidente dell’Umbria), il deputato Paolo Ciani (dell’associazione Demos, ma eletto nel Pd) e altri presenteranno “Rete Civica Solidale”. Esperimento apparentemente simile, anche se con un retroterra più legato all’associazionismo cattolico: nella lettera di invito, infatti, si presentano come «persone, Movimenti Civici Territoriali, Partiti, che si sono messi in gioco candidandosi, essendo eletti, amministrando, facendo opposizione, a livello locale, nazionale ed europeo, nell'area di centrosinistra ma non appartenenti ai partiti rappresentati in Parlamento e personalmente chiamati all’impegno da una formazione cristiana e laica accomunata dai grandi valori costituzionali della nostra democrazia».
Sulla stessa linea d’onda c’è, poi, Ernesto Ruffini, ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, discepolo di Romano Prodi, che proprio alcuni giorni ha annunciato il superamento di quota 100 nella costituzione dei comitati “Più Uno” (dal nome del libro che da alcuni mesi porta in giro per l’Italia). Un’operazione che, dal logo “Più Uno” (che riprende formato e colori del simbolo dell’Ulivo) alla diffusione dei comitati (uno in ogni regione) ricorda esplicitamente l’esperienza che fu alla base della vittoria del centrosinistra nel 1996.
IL RUOLO DI RENZI
Last but not least, c’è Matteo Renzi, determinato a essere anche lui il centro del centrosinistra. E in ottobre, alla Leopolda, proverà anche lui a lanciare un “cantiere” che trasformi Italia Viva nella bettiniana tenda dei moderati. Infine, c’è + Europa che osserva, ma ha già scelto di stare con il centrosinistra. A differenza di Carlo Calenda, che sembra intenzionato a occupare lo spazio tra i due poli. I cespugli, insomma, non mancano. Così come l’esigenza che diventino qualcosa di più. Schlein e i suoi lo sperano. Anche perché toglierebbe ogni remora alla trasformazione del Pd in un partito di sinistra-sinistra. Quello che ancora non si vede è chi sarà in grado di riunire i cespugli. Se ci sarà.