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Portofino, Francesco Merlo su Repubblica lancia il "corteo dei pezzenti"

La lotta di classe, quest’estate, si fa a Portofino. Località che piace alla gente che piace. A lanciare la sfida sono i vip di sinistra
di Alberto Busacca giovedì 17 luglio 2025

3' di lettura

La lotta di classe, quest’estate, si fa a Portofino. Località che piace alla gente che piace. A lanciare la sfida, intendiamoci, non sono gli ultimi operai comunisti rimasti (ammesso che ne siano rimasti...) e nemmeno i nuovi sottoproletari delle periferie urbane. No, a voler portare l’attacco al cuore delle vacanze dei vip sono banalmente altri vip. Ma vip di sinistra... Succede, in pratica, che a Portofino, esclusivissima località in provincia di Genova, il sindaco, Matteo Viacava, ha firmato un’ordinanza per vietare l’accattonaggio, anche non molesto, nel centro del paese. Obiettivo: «Tutelare la vocazione turistica del borgo». Niente di sconvolgente, in realtà, si tratta di una cosa già vista in diversi altri comuni. Una cosa di buon senso. Eppure a qualcuno non è andata giù. Come, ad esempio, a Mirella Serri, giornalista e scrittrice, autrice del libro “Nero indelebile: le radici oscure della nuova destra italiana”.

La Serri, così, ha aperto il computer e ha scritto a Francesco Merlo, che su Repubblica tiene una nota rubrica di lettere. «Caro Merlo», ha spiegato, «di tanto in tanto mi è capitato di fare una gita a Portofino, il comune più ricco d’Italia, come testimoniano i prezzi proibitivi. Adesso un’ordinanza comunale vieta l’accattonaggio in tutto il centro. Un provvedimento a titolo precauzionale? Infatti, finora chi ha mai visto mendicanti in quel “gioiellino”?». Secca la risposta di Merlo: «Vietare la carità nel porto-rifugio dei riccastri è un simbolismo così inutilmente crudele che meriterebbe di portarceli davvero, i mendicanti. Bisognerebbe organizzare a Portofino una grande manifestazione di accattoni, poveri, pezzenti, straccioni, barboni».

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Un corteo, ha aggiunto, guidato «dai preti buoni d’Italia, per cacciare via quel poveraccio di sindaco a colpi di aspersorio». Ci dicono molto, la lettera e la risposta, del modo di pensare della sinistra nostrana. In particolare:

1- a Portofino, naturalmente, ci vanno anche i “riccastri” progressisti (che, come noto, non mancano). Ci vanno sapendo che non troveranno mendicanti, perché, come scritto dalla Serri, il posto è «difficile da raggiungere per chi è sprovvisto di una “barca” adeguata e non ha i soldi per un biglietto dei pochi pubblici trasporti». Se le cose stanno effettivamente così (chi scrive non può confermarlo, non essendo stato a Portofino) significa che l’ordinanza del sindaco è al limite inutile, ma certamente non crudele, non cambiando sostanzialmente nulla...

2- a meno che il problema non siano i poveri, ma le coscienze dei ricchi progressisti. Che vogliono sapere che, in linea teorica, i mendicanti potrebbero andare nel paese dei «riccastri» a chiedere l’elemosina. Nel caso arrivasse qualcuno, immaginiamo che sarebbero perfino disposti a sganciare un euro. Come sono umani...

3- si nota, poi, il solito modo snob di trattare «accattoni, pezzenti, straccioni e barboni». I quali, stringi stringi, vengono considerati figuranti (manipolabili dai preti) da usare in qualche manifestazione con l’obiettivo di buttare giù un sindaco sgradito (cioè, un sindaco non di sinistra, ovviamente...) per sostituirlo con uno gradito (cioè di sinistra). Perché alla fine, si sa, la lotta di classe non si fa mica per i poveri...

Ps: se Merlo pensa a Portofino, Massimo Gramellini, sul Corriere della Sera, si occupa di Forte dei Marmi. Il problema, scrive, è che lì «una villa comunale situata in mezzo alle case è stata adibita a sede di concerti». E quindi? Bè, pare che il rumore abbia «effetti spiacevoli sull’umore di bambini, anziani, animali». E chi si lamenta, aggiunge la firma del Corriere, «viene accusato di intolleranza, in base alla regola per cui sono le vittime di un sopruso a doversi sentire fuori posto». Ecco, quindi, che pure Gramellini ha la sua battaglia estiva. Sperando che l’obiettivo non sia, anche qui, cercare di cacciare il sindaco...

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