Angelo Bonelli
Il governo Meloni porta avanti la riforma sulla giustizia. E a sinistra c'è da registrare un certo nervosismo. Soprattutto da Angelo Bonelli che - non è una novità - ha riproposto la solita accusa di "una deriva autoritaria" nel nostro Paese. "La riforma della giustizia proposta dal governo Meloni rischia di snaturare completamente il ruolo del pubblico ministero, trasformandolo in uno specialista dell’accusa - aveva tuonato il leader di Avs -. Questo è un errore grave, perché la funzione del pubblico ministero non è quella di dimostrare una tesi a tutti i costi, ma di contribuire alla ricerca della verità, come previsto dalla nostra Costituzione. Con questa riforma - ha proseguito Bonelli - il pubblico ministero viene trasformato in un super poliziotto, allontanandolo dalla funzione terza che deve avere all’interno del processo penale. Nonostante si dica che l’articolo 104 della Costituzione non sia toccato, così come l’articolo 107 sull’inamovibilità dei magistrati, è evidente la volontà del governo di controllare le carriere e le promozioni dei magistrati attraverso l’esecutivo. Questo è il vero nodo della riforma".
E ancora: "Stiamo andando - ha sottolineato - verso un referendum costituzionale, ma ciò che sta accadendo è già oggi allarmante. Il ministro Nordio sta portando avanti una visione autoritaria e pericolosa del ruolo della magistratura. Cito solo l’ultimo episodio: ha minacciato provvedimenti disciplinari nei confronti del magistrato che ha criticato pubblicamente il suo operato nel caso Al Masri, un uomo condannato per stupro e omicidio, già destinatario di un mandato della Corte Penale Internazionale. Quella critica era legittima, fondata, doverosa. È inaccettabile che un ministro della Giustizia si senta al di sopra di ogni giudizio. In uno Stato democratico - ha concluso Bonelli - nessun ministro è intoccabile. La separazione dei poteri e la libertà di critica, anche da parte dei magistrati, sono pilastri che non possono essere messi in discussione da chi siede al governo".
Non si è fatta attendere la replica di Fratelli d'Italia che sui social ha commentato così l'esternazione del co-portavoce dei Verdi: "La fine del monopolio ideologico sulla giustizia genera una certa isteria a sinistra. Non hanno argomenti, quindi gridano al regime a giorni alterni. Vuol dire che stiamo lavorando bene. Siamo orgogliosi dei passi avanti sulla riforma della giustizia".
La fine del monopolio ideologico sulla giustizia genera una certa isteria a sinistra.
— Fratelli d'Italia (@FratellidItalia) July 23, 2025
Non hanno argomenti, quindi gridano al regime a giorni alterni.
Vuol dire che stiamo lavorando bene. Siamo orgogliosi dei passi avanti sulla riforma della giustizia. pic.twitter.com/sCGfNirZQa