Piovono critiche sul segretario del Partito Democratico, Elly Schlein, e arrivano da una firma importante come quella di Paolo Mieli sulle pagine del Corsera, che fa una precisa analisi politica dell’opposizione a meno di due anni dalle elezioni politiche che sanciranno la legislatura che dovrà poi eleggere, a sua volta, il successore di Sergio Mattarella.
A oggi, con il centrodestra saldamente al comando del Paese, il nome in cima alla lista dei desiderata del governo sarebbe quello di Giancarlo Giorgetti. Mieli, in sostanza, ritiene che la leader del Pd dovrebbe intanto smarcarsi dal M5s pur restandone alleato (ha, secondo i sondaggi attuali, quasi il doppio dei consensi rispetto a Conte) e creare un gruppo dirigente più compatto e circondarsi di personalità forti, per evitare di perdere ancora il confronto con Giorgia Meloni.
Mieli scrive: "Giorni fa anche Aldo Cazzullo su queste pagine (Corriere, ndr) si è mostrato oltremodo perplesso circa la possibilità che, date tali premesse, Pd e M5s possano correre assieme alle prossime elezioni politiche. A meno che il partito di Schlein scavalchi quello della Meloni e sia in grado di dettar legge come accade nel centrodestra".
Quindi, l’ex direttore del Corriere impartisce dei consigli al capo del Pd: "Forse gioverebbe che Schlein sapesse integrare in tempi rapidi il gruppo dirigente del suo partito. Con personalità (prevalentemente femminili) più forti, più simili a lei quantomeno per determinazione, pur eventualmente con opinioni diverse dalle sue. Gioverebbe altresì che Conte, dimostrata la sua indiscutibile abilità, rinunciasse a vincere qualche mano della complicata partita in atto. Lasciasse a Bonelli e Fratoianni il compito di rappresentare la sinistra-sinistra – spiega Mieli - e tornasse a essere il duttile capo di governo che seppe accettare più di un compromesso. Quel che è certo è che, a furia di mettere nel sacco i Ricci, i Sala, i Giani e forse anche i De Luca, farà (forse) aumentare i voti del movimento di cui si è conquistato l’eredità, ma si ritroverà alla prossima legislatura sui banchi dell’opposizione. A festeggiare, assieme ai compagni di cordata, quello che, a questo punto, passerebbe alla storia come il decennio meloniano".