Sulla questione dazi, la sinistra italiana sta dando il peggio di sé. E il rischio, concreto, è che anche a causa di atteggiamenti di questo tipo e di personalismi e calcoli spiccioli di alcuni leader europei salti tutto.
A dirlo è Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo. Intervistato dal Corriere della Sera, l'esponente di ECR sottolinea come dopo l'accordo di massima sui dazi raggiunto domenica dal presidente americano Donald Trump e la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen nel loro faccia a faccia in Scozia e i dubbi emersi negli ultimi giorni "i tecnici stanno lavorando ai dettagli. Ed è sui dettagli che è nato lo scambio di comunicati con sfumature diverse. Ma starei molto attento a non far saltare il banco".
"Dazi al 15%, che includendo il 4,8 già esistente diventa il 10, sono meglio che al 30 per cento. E l'accordo è meglio dell'instabilità", spiega Fidanza. Lapalissiano, direbbe qualcuno, ma forse non per le opposizioni anti-Meloni che più volte hanno dato prova del loro tafazzismo che si traduce in atteggiamenti controproducenti per l'Italia stessa, più che per il governo.
.Il pericolo che qualcosa vada storto, detto fuori dai denti, c'è. "Non vorrei che la propaganda di qualche leader europeo in cerca di visibilità faccia saltare tutto", aggiunge non a caso il meloniano, che poi riflette sul livello espresso da Pd, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra entro i confini della nostra politica. In particolare, Fidanza mette nel mirino i democratici di Elly Schlein: "Hanno voluto che trattasse l’Ue, hanno votato 4 volte Von der Leyen, e ora che fa un accordo che non apprezzano se la prendono con Meloni? Ridicolo. La verità è che quando ci furono i primi dazi di Trump, durante il governo Conte II, sia il Pd che lo stesso Conte espressero la stessa volontà di non acuire guerre commerciali". "Prima dei giorni dell'elezione di papa Leone XIV - ricorda ancora l'europarlamentare dalle pagine del Corriere della Sera - non c'era alcun dialogo tra Trump e la Ue. Solo dopo che Meloni si è spesa per l'incontro tra Von der Leyen e Vance è potuta iniziare la trattativa".