Oggi, sabato 2 agosto, ricorrono i 45 anni dalla strage di Bologna. Dopo quasi mezzo secolo da quell'episodio, c'è ancora chi ragione con la logica tipica del muro di Berlino, ovvero con una visione dicotomica: quella dei due blocchi, sovietico e atlantista. Il rischio che si corre in questi casi è quello di scivolare in dichiarazioni surreali e antistoriche. Come è accaduto a Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista.
"Oggi 2 agosto sono a Bologna per partecipare alla manifestazione nell'anniversario della strage - ha detto Acerbo -. Dopo la sentenza della Cassazione non ci sono più dubbi sulla matrice fascista e atlantista. Licio Gelli lavorava al servizio degli USA e aveva relazioni che arrivavano fino alla Casa Bianca. Quando pariamo di eversione è doveroso specificare che gli USA e la NATO hanno destabilizzato l'Italia per decenni come hanno fatto in tutto il mondo. La responsabilità di neofascisti e loggia P2 - ha proseguito - è stata ormai accertata nei processi".
E ancora: "Bologna fu l'ennesima puntata del romanzo delle stragi che da Piazza Fontana insanguinarono l'Italia nell'ambito della strategia contro le sinistre e i comunisti degli Stati Uniti. Non si può tacere il ruolo che svolsero gli USA e la Nato nella strategia della tensione, i loro legami con Licio Gelli e tanti protagonisti del terrorismo nero e degli apparati dello stato, i finanziamenti al MSI. Noi non dimentichiamo. Grazie a Paolo Bolognesi e all'associazione dei familiari delle vittime per aver lottato per la verità e la giustizia".