L’autunno 2025 si preannuncia turbolento per la governatrice della Sardegna, Alessandra Todde, alle prese con una crisi politica e giudiziaria che minaccia la stabilità della sua giunta regionale. La riapertura della stagione politica coincide con due appuntamenti giudiziari cruciali che potrebbero portare alla sua decadenza. Il 24 settembre, la Corte Costituzionale esaminerà il ricorso “per conflitto di attribuzione” presentato dal Consiglio regionale a sostegno dell’impugnazione sulla decadenza di Todde.
Il collegio regionale di garanzia elettorale aveva infatti contestato la rendicontazione delle spese della campagna elettorale 2024, rilevando “gravi e ripetute violazioni” nella documentazione presentata dalla governatrice. Tale irregolarità ha spinto il collegio a sollecitare il Consiglio regionale a pronunciarsi sulla decadenza, che comporterebbe lo scioglimento del Consiglio e nuove elezioni.Il secondo appuntamento decisivo è fissato per il 21 novembre, quando la Corte d’Appello di Cagliari si esprimerà sulla sentenza del tribunale civile che ha già dichiarato decaduta Todde.
L’avvocato Benedetto Ballero, parlando con l’Adnkronos, ha chiarito: “L’impugnazione in Appello nasce dal fatto che il tribunale ha affermato una possibile decadenza ‘inventando’ un caso che stato è stato già escluso dal collegio di garanzia, il quale ha dichiarato la decadenza ritenendo ci fossero state irregolarità sul rendiconto elettorale”. Entrambe le udienze, alla Consulta e in Appello, saranno determinanti non solo per il futuro politico di Todde, ma anche per la stabilità della Regione Sardegna, con possibili ripercussioni sull’intero scenario politico isolano. E non solo...