L’ultima del Movimento 5 Stelle: impedire ai militari israeliani di passare un po’ di tempo nel nostro Paese dopo essere stati impiegati in combattimento in patria. In gergo si chiamano “periodi di decompressione”: ovvero superare lo stress accumulato in battaglia, e i relativi disturbi traumatici, con un periodo di vacanza. È quello che nell’ultimo biennio hanno fatto numerosi soldati delle Forze armate dello Stato ebraico - Israel defense forces, Idf - in Marche e Sardegna. Un passo indietro. Ieri il Fatto quotidiano, e sul web in precedenza anche il sito Sardegna notizie 24, pubblica la notizia dei «soldati Idf nella Marche per smaltire lo stress». Un mese sulle spiagge dell’Adriatico, con alloggio in abitazioni private, con l’aggiunta della discreta sorveglianza della Polizia di prevenzione (l’ex Digos). Viaggi che «vanno avanti almeno dal 2024» e sono continuati nel 2025. Presenze sarebbero state registrate a Porto San Giorgio, Fiastra e Sirolo. In Sardegna, invece, un centinaio di attivisti Pro Pal avrebbe “scovato” «un centinaio di militari israeliani in vacanza all’interno di un resort di Santa Teresa Gallura». E altri contingenti di soldati sarebbero attesi a cadenza settimanale per tutto il mese di settembre. Da qui, nei giorni scorsi, un presidio di protesta davanti alla struttura: «Consideriamo la loro presenza in Sardegna un’offesa alla nostra terra e alla coscienza civile».
LE INTERROGAZIONI
È in questo clima che si inserisce il M5S, che fa della “questione mediorientale” - nel senso di sostegno alla mobilitazione Pro Pal il tratto distintivo della sua azione politica. Letto il quotidiano di Marco Travaglio, i gruppi parlamentari pentastellati si scatenano. «Il Movimento 5 Stelle pretende dal governo immediate spiegazioni su queste presenze: ci sono degli accordi in merito? Il governo italiano che ruolo ha in tutto questo? Organizza? Protegge i militari? Veramente siamo così ipocriti da accogliere nei nostri ospedali i bambini di Gaza feriti e sulle nostre spiagge i soldati israeliani che sparano loro contro? Per avere queste risposte depositerò un’interrogazione urgente in Senato», preannuncia la vicepresidente del gruppo M5S del Senato, Alessandra Maiorino. Lo stesso farà a Montecitorio la deputata Stefania Ascari: «Chiediamo di sapere se tale presenza sia stata preventivamente comunicata e autorizzata dalle autorità italiane e, in caso affermativo, a quale titolo e sulla base di quali accordi bilaterali o multilaterali».
Il caso diventa anche argomento da campagna elettorale in vista delle elezioni regionali di fine settembre, dove M5S sostiene Matteo Ricci contro il governatore uscente Francesco Acquaroli. «La nostra Regione merita di essere al centro per il rilancio economico, per l’innovazione, per il turismo culturale e naturalistico, non per essere stata trasformata in meta turistica per chi sta sterminando un popolo», attacca Giorgio Fede, coordinatore regionale marchigiano del partito di Giuseppe Conte. In attesa di capire se quando il governo italiano risponderà, filtra intanto la spiegazione sulla sorveglianza assicurata dalle nostre Forze dell’ordine ai militari israeliani. Si tratta, confermano fonti qualificate, di una tutela doverosa visto che le divise dell’Idf sono a tutti gli effetti considerate obiettivi sensibili a cause della situazione bellica nella Striscia di Gaza.
«CANCELLARE I COLLEGAMENTI»
Poi c’è il fronte sardo. Un altro: quello dei collegamenti aerei charter da e per Israele. Tre consiglieri regionali del gruppo “Uniti per Alessandra Todde” - il presidente della Regione in carica, del M5S- hanno chiesto al consiglio di amministrazione di Geasar, la società che gestisce l’aeroporto di Olbia-Costa Smeralda, di cancellare i voli in programma. La richiesta, firmata dai consiglieri Sebastian Cocco, Valdo Di Nolfo e Giuseppe Frau, si appella alla «sensibilità e umanità» dei vertici della società. E, in nome della mozione numero 51 approvata dal Consiglio regionale il 15 luglio scorso, con cui la Sardegna ha sospeso ogni rapporto istituzionale, economico e di cooperazione con Israele fino alla cessazione delle violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza, chiede lo stop dei voli da Olbia. Che al momento, però, restano confermati.