"Blocchiamo tutto" è il grido di Cgil e studenti rossi che oggi da Nord a Sud hanno deciso di scendere in piazza per lo sciopero per Gaza e, ovviamente, contro il governo di Giorgia Meloni. In migliaia a Milano stanno partecipando al corteo partito da piazzale Cadorna per chiedere il cessate il fuoco nella Striscia. Un corteo aperto dai rappresentanti Cub. Tra gli striscioni uno riporta la frase "bloccherermo tutto, stop al genocidio".
A Roma non si segnalano problemi particolari per le linee delle Metro A, B/B1 E C, che stanno proseguendo regolarmente il servizio così come la linea Termini-Centocelle. Le reti di superficie potrebbero invece subire possibili riduzioni di corse. Chiusa su disposizione della questura di Roma la fermata della metropolitana Termini.
A Bologna il collettivo studentesco Cambiare Rotta prende di mira la scuola, come annunciato dallo striscione "Blocchiamo l'Università, blocchiamo tutto!". Diversi cortei hanno attraversato la zona universitaria, toccando il Provveditorato e il rettorato Unibo, per poi riversarsi in piazza Maggiore. Tante le bandiere di Usb e della Palestina. I manifestanti chiedono di rompere ogni collaborazione con lo Stato di Israele, difendere Gaza e fermare il genocidio, dire no alla corsa al riarmo e alla guerra. Sostegno, ovviamente, alla Global Sumud Flotilla. "Blocchiamo tutto, con la Palestina nel cuore", si legge tra gli striscioni. Numerosi gli agenti delle forze dell'ordine a presidiare la piazza. L'idea è quella di partire in corteo verso piazza dell'Unità, in zona Bolognina, attraversando via Ugo Bassi, Marconi, Amendola, il viale accanto alla stazione e poi Stalingrado e via Donato Creti. In zona universitaria studenti e collettivi hanno incendiato un cassonetto.
"Questo è sciopero per fermare il genocidio. Il mondo del lavoro - ha detto Federico Guerra di Usb - è con il cuore alla Palestina, ma con la testa qua. Vogliamo mettere fine all'economia di guerra che produce i genocidi e affama la popolazione e il mondo del lavoro. Quindi è uno sciopero che parla alla solidarietà, ma anche pone le priorità politiche e sociali del mondo del lavoro nello sviluppo economico. Non vogliamo la guerra, non saremo complici del genocidio, vogliamo un'economia sociale che restituisca quindi case, scuole, sanità, basta armi, quindi uno sciopero anche contro Re Army Europe, contro l'aumento della spesa militare imposto dalla Nato".
A Firenze migliaia di persone hanno bloccato il casello dell'autostrada A1, con Autostrade che sul proprio sito segnala la "coda tra Firenze sud e Calenzano per l'uscita chiusa. Tempo di percorrenza: 52 minuti. Abbiamo bloccato l'autostrada da Firenze a Bologna". Disagi anche a Genova, dove centinaia di persone stanno bloccando dalle 8 di questa mattina i varchi portuali di via Albertazzi e San Benigno. In piazza anche studenti e insegnanti con due cortei partiti verso le 9:30 da via Balbi e piazza Montano che raggiungeranno la zona di San Benigno per unirsi ai lavoratori e ai cittadini che stanno bloccando i varchi portuali. Intanto a Milano le bandiere di Israele, Usa, Unione Europea e Nato sono state bruciate in piazza della Repubblica. L'azione è stata inscenata all'altezza del consolato generale americano. I manifestanti hanno anche intonato cori mentre dal camion uno speaker ha detto: "Lo Stato ha le stesse responsabilità di quelle israeliane e sioniste". Proprio nel capoluogo lombardo, una parte dei manifestanti è riuscita a entrare nell'atrio della Stazione Centrale dove ha trovato il cordone delle forze di polizia che li ha respinti. Momenti di tensione con i manifestanti che hanno lanciato alcuni fumogeni sbattendo contro le porte chiuse, mentre un gruppo è riuscito a entrare nella zona sottostante, venendo respinto con cariche dal cordone delle forze dell'ordine. Tensioni anche a Trieste. Qui sono stati addirittura lanciati sassi contro le forze dell'ordine.
"Non sono in piazza, perché non penso che sia questo il momento per il riconoscimento della Palestina. Anche se è necessario e utile riconoscerla, questo deve essere fatto in un processo in cui anche gli Stati arabi riconoscano lo Stato d'Israele: la soluzione è due popoli, due Stati", commenta Giovanni Donzelli, deputato e responsabile Organizzazione di Fratelli d'Italia. "Sono ben felice di vedere queste manifestazioni, perché vuol dire che siamo una democrazia - prosegue -. Le manifestazioni, qualsiasi idea abbiano, sono sintomo di libertà, democrazia. Mi permetto di dire a coloro che manifestano e ai vari opinionisti: nell'eventuale Palestina di Hamas non ci sarebbe spazio per le manifestazioni, come quelle bellissime che vediamo oggi in Italia. Serve anche riuscire ad avere una Palestina libera dall'estremismo islamico e dai terroristi di Hamas".
Spaccato anche il mondo del sindacato, con la Cisl che non ha aderito alla mobilitazione di Maurizio Landini e la Cgil: "Abbiamo scelto di non incendiare ma di costruire - sottolinea la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola, da Palermo -. Abbiamo fortemente criticato e condannato quello che sta succedendo a Gaza, ma ricordo anche quello che sta succedendo in Ucraina, e abbiamo scelto di promuovere una raccolta fondi, che è già attiva, per portare delle risposte concrete a quelle persone che soffrono e che, purtroppo, ho la sensazione debbano soffrire ancora tanto perché non si intravede uno spiraglio di pace che sia una pace giusta. Dobbiamo poter affrontare questa crisi portando il più possibile aiuti. La Cisl ha scelto un altro percorso".