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Marche, Acquaroli: "Ricci pensa a Gaza, io ai cittadini"

di Pietro Senaldi venerdì 26 settembre 2025

5' di lettura

«Certo che anche io sono contro la guerra e tutto quello che sta accadendo a Gaza. La penso come il governo».

A differenza del suo sfidante, il campione delle sinistre, Matteo Ricci, che ha chiuso perfino il duello di ieri su Sky condotto da Giovanna Pancheri con un appello per Gaza e ha ribattezzato il suo ultimo tour elettorale di oggi “Un treno per Gaza”.
«Non mi ha stupito. Evidentemente ritiene che per la sua campagna elettorale gli sia più funzionale parlare del Medio Oriente piuttosto che delle Marche. La sinistra parla di Gaza perché è un argomento che le permette di sorvolare sulle proprie divisioni. Ripeto, anche io ho a cuore il destino di quella popolazione; ma mi candido per governare bene la mia Regione».

Qui pare che il gioco sia buoni contro cattivi: se voti Pd, salvi Gaza, altrimenti Bibi Netanyahu va avanti...
«Non credo che i marchigiani la vedano così. Siamo gente concreta e di buon senso. La politica è questione di priorità: se vuoi fare il governatore, la priorità è amministrare bene il tuo territorio, non occuparsi di esteri».

Intercettiamo il governatore di Fratelli d’Italia dopo il confronto con l’europarlamentare dem su Sky ed è molto più rilassato di come è apparso il rivale, che è un animale televisivo ma è risultato piuttosto tarantolato. Non a caso perfino il sito di Repubblica ha titolato: “Tra Francesco Acquaroli e Matteo Ricci finisce in pareggio”, il che significa che ha vinto per distacco il primo. «Ho parlato di contenuti e replicato sul merito, senza fare filosofia né cabaret», commenta il candidato del centrodestra, che proprio ieri compiva 51 anni e si riconosce un grande merito: «Cinque anni fa ho ereditato una Regione rassegnata e in declino, ora siamo sulla strada giusta per tornare competitivi».

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Le Marche considerate l’Ohio d’Italia: presidente, tutte le aspettative del centrodestra sono sudi lei. Si sente addosso la responsabilità?
«So che c’è un’attenzione particolare sul voto di domenica e lunedì, ma per me è una sfida elettorale come cinque anni fa, ho la tensione giusta per l’occasione. Se il voto nelle Marche è diventato così importante è perché questa Regione, che prima era stata a lungo periferica, è diventata importante; e lo ha fatto grazie al centrodestra».

Ricci ha detto che non si vota per la presidenza del Consiglio e le ha rinfacciato di nascondersi dietro Giorgia Meloni, che appare anche nei suoi manifesti elettorali. Cosa replica?
«Io sono onorato di avere l’amicizia del presidente del Consiglio e di avere alle spalle un governo che aiutala mia Regione. Per me è un merito, non una colpa».

La premier si è spesa troppo?
«Si spende tanto per tutte le Regioni. Ma ciascuno guardi in casa sua. Ricci ha un’alleanza tenuta insieme per una esigenza elettorale e non per una visione comune. Tanti progressisti moderati hanno aderito al nostro progetto perché condividono la nostra visione per le Marche».

Come è riuscito a convincerli?
«Con il dialogo e il lavoro. Persone che hanno deciso di darci una mano per sostenere la continuità di governo. Significa che secondo questi marchigiani abbiamo lavorato bene. Per compattare la sua coalizione Ricci ha dovuto rinunciare a se stesso: dice di essere a favore dei termovalorizzatori ma non nelle Marche. Le pare normale?».

Dice anche che rivoluzionerà la Regione, che cambierà tutto in meglio...
«Ha fatto proposte che potremmo quantificate intorno ai cento milioni di euro ma di bilancio disponibile non ne coprirebbe neanche la metà. Dove pensa di prendere gli altri soldi? Gliel’ho chiesto, ma ha taciuto. Io in cinque anni non ho aumentato di un euro le tasse ai marchigiani. La sinistra mi sembra proponga il solito assistenzialismo senza coperture».

Presidente, affila le unghie l’ultimo giorno dopo una campagna elettorale improntata al fair play?
«Ho sempre usato toni equilibrati».

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Infatti la rimproverano di essere troppo tranquillo...
«Non è così. È che io mi rivolgo al mondo moderato, non agli estremisti. Hanno provato a provocarmi ma io non ho interesse a buttarla in rissa. Quella la cerca chi è in difficoltà e punta a seminare zizzania e creare un clima di sfiducia che lo favorisca».

Non ha neppure cavalcato l’inchiesta che vede Ricci indagato per concorso in corruzione. Perché?
«Perché non è un tema di campagna elettorale e credo che cavalcare argomenti di questo tipo alla fine delegittimi le istituzioni e contribuisca ad allontanare i cittadini dalla politica. Ho preferito parlare delle Marche e dei nostri programmi. E poi io sono un garantista».

Il suo rivale picchia duro sulla sanità. Dice che non funziona. Lei cosa replica?
«Il problema è quello delle liste d’attesa. Lo so anch’io. È dovuto alla carenza di medici e allo smantellamento della sanità territoriale. Si sa che ci vogliono dieci anni per formare un medico, mentre io governo da cinque. Chi doveva programmare il turnover di questi anni? Posso dire che nel 2025 abbiamo incrementato del 15% le visite del servizio pubblico rispetto al 2019; è un passo».

È sufficiente?
«No. Se vincerò, rafforzerò ulteriormente la sanità territoriale. Ho già aperto cinquanta punti salute, abbiamo avviato la farmacia dei servizi e rafforzato la collaborazione con i medici di medicina generale. Stiamo costruendo nuovi ospedali e investendo nelle strutture esistenti. In più rafforzeremo i pronto soccorso: questa sarà la priorità. Voglio ricordare che la precedente amministrazione regionale ha lasciato una situazione fortemente compromessa».

L’agenzia internazionale di rating Fitch ha migliorato il giudizio sulle Marche...
«Infatti, la narrazione che andiamo male è un altro argomento dei nostri avversari senza basi nella realtà. Secondo gli ultimi studi, abbiamo una crescita economica superiore a quella della media nazionale, cresce l’occupazione e rispetto al 2019 è cresciuto l’export».

Merito della pioggia di soldi arrivata da Roma grazie al governo amico?
«Vorrei ricordare che ho fatto metà legislatura con un governo non di centrodestra a Roma. Riuscire a intercettare risorse è un merito. Per l’alluvione del 2014 che causò quattro morti, l’amministrazione Pd ha ottenuto nove milioni solo dopo tre anni. Noi per quella del 2022, che è stata un po’ più grave, ne abbiamo ottenuti quattrocento. Significa lavorare per il nostro territorio».

Come festeggerà in caso di vittoria?
«Con le nostre specialità e un buon vino marchigiano».

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