Il treno per Gaza è diventato un direttissimo per tornare a Bruxelles. Per convincere gli elettori, a Matteo “Ricci Pasticci” non è servito neppure l'ultimo tentativo cialtronesco di trasformare le Regionali delle Marche in un referendum pro o contro Bibi Netanyahu. Il candidato del campo largo ha perso con ignominia, non tanto per il distacco, superiore al previsto, quanto per il modo in cui è maturata la sconfitta. L'europarlamentare dem, in mancanza d'argomenti reali e coscienza di essere indietro nei sondaggi, malgrado in tv andasse a dire l'opposto, ha provato a buttarla sull'emotività, non rendendosi conto che invece così la buttava in vacca. Ha tentato di cavalcare la guerra in Medio Oriente per raccattare consensi in Ancona. «Un voto per le Marche e per la Palestina», è stato il suo appello finale, scendendo avvolto in una bandiera palestinese dal rapido San Benedetto del Tronto - Pesaro, che aveva all'occorrenza ribattezzato “Il treno per Gaza”. I marchigiani però non sono “pistacoppi”, che in anconetano sta per fessi.
Hanno votato pensando al loro territorio piuttosto che a quello sotto la dittatura di Hamas, consci che tanto Acquaroli quanto Ricci nulla possono per Gaza, con la differenza che il primo lo sa e il secondo o non lo sa o millanta. In fondo per l'onorevole dem è meglio così: se ha davvero a cuore il Medio Oriente, se ne può occupare meglio dalle istituzioni europee piuttosto che dalla sua Regione, che non ha competenze di politica estera. Improbabile infatti che l'ambizioso Matteo rinunci all'euroseggio per stare a casa sua a fare opposizione, come invece ha fatto Andrea Orlando in Liguria, un insegnamento per tutti che sarebbe possibile.
Ha vinto Francesco Acquaroli quindi, persona seria e pratica, che non ha fatto cabaret e si è limitato a chiedere fiducia per continuare il lavoro intrapreso.
Il governatore uscente e subito rientrante ha avuto la forza di tenere i nervi saldi e non cadere nelle provocazioni del suo sfidante, che ha cercato in tutti i modi di abbassare la qualità della sfida, perché il caos aiuta chi non può contare su altro. Ricci prima lo ha accusato di nascondersi dietro le gonne di Giorgia Meloni, non rendendosi conto che era invece lui a mettersi in testa il cappello di tutti, da Elly Schlein, che in realtà prima della batosta ambiva a sostituire al Nazareno, a Giuseppe Conte, che l'ha sostenuto ma con la condizionale. Poi lo ha attaccato sulla sanità, mentre invece il presidente riapriva gli ospedali ei reparti che la precedente amministrazione dem aveva chiuso.
Non pago, l'ex sindaco di Pesaro ha iniziato a raccontare di una Regione in crisi economica, quando i dati dicono che cresce più della media nazionale.
Infine ieri, a sconfitta acclarata, il disastrato ha parlato di «lotta impari» e di un centrodestra che avrebbe «strumentalizzato l'inchiesta». La classe uno non se la può dare. Punto fermo e d'orgoglio della campagna di Acquaroli è stato non attaccare il rivale indagato per concorso in corruzione; un comportamento cavalleresco che, basta pensare a quanto successo con Giovanni Toti in Liguria, il centrosinistra a parti invertite non avrebbe mai fatto. È vero che i suoi concittadini sono andati alle urne più degli altri marchigiani per non votarlo, perché dopo aver avuto come sindaco non se lo volevano ritrovare governatore, ma questo con l'inchiesta c'entra poco. Non sono i reati contestati, che non si sa neppure se siano tali, ma come si è difeso dalle accuse, scaricando tutto sui collaboratori, e la faciloneria con cui usava i soldi pubblici in iniziativa con ritorno promozionale, ad avergli alienato le simpatie dei pesaresi.
Anche in questo caso però, per Ricci tutto sommato è meglio aver perso; così resterà tutelato dall'immunità parlamentare che, come abbiamo visto con il caso di Ilaria Salis, la sinistra concede sempre volentieri ai propri esponenti nei guai. Non è escluso che gli servirà, perché adesso i magistrati possono procedere e l'ex sindaco di Pesaro potrebbe essere archiviato come anche vedere peggiorare non di poco il proprio quadro giudiziario.
Non tutto però è da buttare nelle esperienze negative. Con il suo pirotecnico tour elettorale, dove regalava patatine in spiaggia alle mamme dei bambini, perché loro votano ei pargoli no, e si inerpicava per i bricchi nelle sagre popolari estive dell'entroterra, Ricci ci ha regalato delle istantanee meravigliose. Marinaretto e boy-scout, l'uomo che voleva essere per tutte le stagioni ma già a settembre si è trovato piombato in un autunno avanzato che rischia di durare qualche anno. C'è poi un grande insegnamento che il sacrificio del soldato Matteo porta alla sinistra: i grillini nel campo largo perdono forza mentre il Pd mangia voti agli alleati. M5S e Avs insieme non arrivano a fare quanto le liste dello sconfitto Ricci.