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L’imbarazzante silenzio dei cattolici pro-Palestina

Sfregiata la statua di Papa Wojtyla, mentre si inneggia al 7 ottobre marciando con le bandiere di Hezbollah. E le parole di Leone XIV vengono ignorate
di Antonio Socci domenica 5 ottobre 2025

4' di lettura

È facile constatare a quanti attacchi o insulti Giorgia Meloni, come presidente del Consiglio, evita di rispondere ogni giorno. Solo raramente interviene. Ma è comprensibile l’indignazione che ieri le ha dettato queste parole in difesa di un grande Pontefice, padre della nostra generazione e simbolo di libertà per tutto il mondo: «A Roma hanno imbrattato la statua dedicata a San Giovanni Paolo II scrivendo “fascista di merda” e disegnando una falce e martello. Dicono di scendere in piazza per la pace, ma poi oltraggiano la memoria di un uomo che della pace è stato un vero difensore e costruttore. Un atto indegno commesso da persone obnubilate dall’ideologia, che dimostrano totale ignoranza per la storia e i suoi protagonisti». Purtroppo non sorprende che - dopo i disordini e le violenze del 3 ottobre - nella nuova manifestazione del 4 ottobre (festa di San Francesco) si sia insultato pure Giovanni Paolo II.

Sorprende che non ci sia stata subito una condanna corale dell’episodio. E sorprende che ci siano cattolici che si aggregano ingenuamente a queste manifestazioni o che minimizzano gli insulti e le devastazioni o che affermano - come l’Osservatore romano il 23 settembre, per un altro evento su Gaza- che «è sbagliato guardare solo agli episodi di violenza». Ieri, di fronte all’oltraggio contro Giovanni Paolo II, un autorevole collega che ha un ruolo di responsabilità in Vaticano (e che io stimo), ha scritto su X che non si deve «far credere che “questi giovani” che hanno manifestato siano tutti violenti o imbrattatori di statue» in modo «da poter ridicolizzare un ragionamento un pochino più profondo». È ovvio che non si deve mai generalizzare: ci sono lì anche persone in buona fede, ma proprio questo è il problema. Al di là di quanti siano imbrattatori, odiatori o violenti - a me sembrano tanti - in Vaticano si dovrebbe capire che quell’insulto verso Giovanni Paolo II esprime esattamente l’ideologia dominante di queste manifestazioni. Nelle quali non si sentono mai “ragionamenti profondi”, né si cantano salmi, ma si gridano slogan rabbiosi e parole di odio. Il sito del Corriere della sera, ieri pomeriggio, titolava: «Roma, al corteo pro-Pal anche uno striscione sul 7 ottobre e bandiere di Hamas. Statua di Wojtyla imbrattata, Meloni: “indegno”». E il sottotitolo: «Il corteo partito da Piazzale Ostiense. Identificate 60 persone con maschere antigas e mazze». Sottolineo: «Uno striscione sul 7 ottobre e bandiere di Hamas». Lo striscione recitava testualmente: «7 ottobre / Giornata della Resistenza palestinese». È normale? Non dovremmo scandalizzarci?

I “buoni cattolici” che manifestano lì non sono imbarazzati? Quelli con mazze e maschere antigas che fanno? Il mondo clericale, che va in estasi per questi cortei, crede che con le mazze si preparino per la processione eucaristica? Peraltro queste affollate piazze pro-Pal che prendono a pretesto Gaza e- almeno a parolechiedono pace, dovrebbero far sentire (come i governi arabi) la pressione dell’opinione pubblica su Hamas perché, dopo la timida apertura di venerdì, accetti definitivamente il Piano di pace del presidente americano Trump. Così manifestare avrebbe senso. Tuttavia non accade. Anzi, fra i manifestanti quanti sperano nel successo del Piano di pace di Trump? La sensazione è che molti di loro desiderino piuttosto il suo fallimento perché detestano il presidente americano. Ma il suo fallimento significherebbe prosecuzione della guerra, altre morti e tragedie. Allora cosa concretamente si vuole? La pace o la guerra?

Si resta sconcertati perché anche da parte cattolica - dopo che la Santa Sede da mesi implora pace - si tratta con indifferenza e fastidio questa concreta possibilità di pace che ha l’esplicito appoggio del Papa. Anzi, nel mondo clericale e nei suoi media persiste nei confronti di Trump l’irrisione e addirittura la demonizzazione (basta leggere Avvenire). È incredibile che i cattolici vadano a rimorchio di queste manifestazioni e facciano da foglie di fico. Da cattolico ritengo che, invece di affollare piazze in cui si insulta Giovanni Paolo II, in cui si sventolano «bandiere di Hamas» e «uno striscione sul 7 ottobre» e dove si lanciano proclami di odio in compagnia di personcine con «mazze e maschere antigas», i cattolici dovrebbero organizzare e partecipare a veglie di preghiera che, raccogliendo l’invito di Leone XIV, sostenessero così- con le armi spirituali- questa speranza di pace che si sta affermando. Il Papa questo aveva chiesto ai fedeli: andare nelle parrocchie e recitare ogni giorno il rosario per la pace. Ma chi lo ascolta? Chi lo segue? Infine Il Pd e il cosiddetto “campo largo”. Ormai la deriva estremista di questa sinistra evidente nel lessico incendiario- la rende totalmente inadeguata al governo di un Paese occidentale importante come l’Italia. Non c’è più traccia del vecchio Pd. È sparita qualunque differenza fra Pd, M5S e Avs. Un tempo i grillini venivano definiti degli “scappati di casa”. Ora Pd, M5S e Avs parlano lo stesso linguaggio e sono diventati una sorta di Leoncavallo su scala nazionale. Sarebbe una tragedia se l’Italia finisse nelle mani di questi “scappati di Gaza”.
www.antoniosocci.com

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