C'è qualcuno che a sinistra ha ritrovato il senno dopo l'ennesima sconcertante uscita di Francesca Albanese. Il mondo intellettuale e politico progressista tace sugli eccessi della relatrice alle Nazioni Unite sui territori occupati palestinesi (prima la lite con il sindaco di Reggio Emilia "perdonato" sul palco, poi la fuga dagli studi di In Onda appena Francesco Giubilei le nomina Liliana Segre e il genocidio). Elisabetta Gualmini invece no.
Sul conferimento della cittadinanza onoraria di Bologna alla Albanese, spiega l'europarlamentare del Pd in una intervista a Repubblica, un po' sacrificata forse perché scomoda e troppo fuori linea, "sarei stata più cauta, perché penso che il compito di un primo cittadino sia unire e non dividere. Mentre Francesca Albanese, comunque la si pensi, è una figura molto polarizzante e divisiva".
Il punto, prosegue la dem, "non è la condanna degli stermini in corso a Gaza, sulla quale cui siamo tutti d'accordo, ma l'estrema radicalizzazione della politica, dei toni, dei gesti anche". La ex vicepresidente della Regione Emilia-Romagna snocciola tutti i precedenti.
"Albanese si è alzata nel sentire nominare Liliana Segre su La7. Ma anche che a Reggio Emilia si è messa le mani sul volto in segno di disperazione nei confronti di un sindaco che citava la parola ostaggi. Una scena penosa e inaccettabile".
Tra l'altro, conclude l'eurodeputata, il sindaco di Reggio "Marco Massari è noto per essere un attivista della denuncia del genocidio, che lui si ritrovi la sua eroina a redarguirlo, addirittura con la frase altezzosa 'ti perdono ma non ripeterlo più', è un crescendo di estremismo". Chissà se qualcun altro, dalle parti del Nazareno e non solo, se ne renderà conto.