"È una cosa senza senso, un'enormità da ogni punto di vista, sia politico che giuridico. C'è qualcuno che pensa che si faccia politica aizzando il fuoco, aumentando il tono della polemica con le minacce, con l'estremizzazione del conflitto. Come ho detto tante volte, è una deriva molto pericolosa. Si inizia così e poi non si sa dove si va a finire. Per cui invito tutti a ragionare di politica. E il governo è un avversario, non un nemico da abbattere".
Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani a margine del Festival del Cambiamento in corso a Gorizia, riferendosi alla denuncia alla Corte penale internazionale per concorso in genocidio cui ha fatto riferimento ieri sera la premier Giorgia Meloni. "C'è qualcuno - ha aggiunto - che non avendo argomenti politici soffia sul fuoco sperando che il fuoco possa portare vantaggio elettorale. Ma è un gioco pericoloso e anche fallimentare".
Dello stesso parere anche Fabio Rampelli: "La denuncia alla Corte Penale internazionale del presidente Meloni, dei ministri Crosetto e Tajani, dell'Ad di Leonardo Cingolani è l'ennesima riprova del clima avvelenato che la sinistra sta spargendo in Italia. È evidente che, non riuscendo a prevalere nelle urne, alcuni scelgano la strada della delegittimazione politica per via giudiziaria. Confidano insomma nel solito aiutino togato. Ricordo tuttavia ai nostalgici del Termidoro che anche ai più rivoluzionari fu tagliata la testa perché come si diceva a quei tempi... pas des ennemis à gauche", nessun nemico a sinistra".