Si allunga l'elenco di chi, a sinistra, non può accogliere con pieno entusiasmo la notizia della firma sull'accordo per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Dopo Elly Schlein, Alessandro Zan e Riccardo Ricciardi, ora tocca a Nicola Fratoianni commentare con freddezza le notizie che rimbalzano tra Sharm el-Sheik e Gaza.
"A me che uno si autocandidi al premio Nobel mi fa sempre un po' sorridere. Mi fermo qui", spiega il segretario di Sinistra italiana parlando con i cronisti in piazza Montecitorio dell'ipotesi che il Nobel per la pace venga assegnato al presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Alla domanda se comunque all'inquilino della Casa Bianca vada riconosciuto il merito dell'intesa per la tregua a Gaza, l'esponente di Alleanza Verdi e Sinistra replica: "Il merito è di chi in questo momento sta siglando questo accordo. Certo, anche di chi l'ha proposto, anche dell'iniziativa dell'amministrazione americana, di tutti coloro che in questo momento stanno rendendo possibile questo passaggio" che tuttavia, ha sottolineato l'esponente di Avs, è "una trattativa che in tutta evidenza comincia in questo momento e non finisce con la sigla di questo accordo".
"Grande gioia per tutto ciò che può significare la sospensione, la fine - speriamo - del genocidio, dello sterminio del popolo palestinese - prosegue il deputato -. Ora grande attenzione perché costruire la pace significa riconoscere lo Stato palestinese, porre fine all'occupazione illegale di Israele in Palestina, costruire la prospettiva di uno Stato palestinese indipendente". Argomento, questo, già cavalcato dalla Schlein e prima ancora dal presidente francese Emmanuel Macron, forse non comprendendo come porlo sul tavolo in questa fase possa far subito deragliare la fragile tregua.
Se il governo italiano viene in Aula per riferire "ascolteremo", assicura Fratoianni, "ma non so che cosa possa dire su questo piano, non credo che abbiano avuto un ruolo particolare. Chiederemo al governo però di attivarsi in ogni sede internazionale perché ora si lavora alla costruzione di una prospettiva di pace, per farlo chiederemo al governo di essere parte attiva nella richiesta del riconoscimento dello Stato palestinese".