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Alessandra Ghisleri, il sondaggio con cui la sinistra si smaschera da sola: "Perché andate in piazza?"

di Andrea Tempestini domenica 12 ottobre 2025

2' di lettura

Certo, contestare le risposte offerte dal campione a un sondaggio non è esercizio semplice: la domanda è lineare, la risposta lo è altrettanto. Almeno in teoria. Perché qualche riflessione, l'ultimo sondaggio proposto da Alessandra Ghisleri su La Stampa, la suscita eccome. 

Nel dettaglio, la rilevazione Only Numbers punta i riflettori su Gaza, sulle piazze pro-Pal e su Israele (il 43% del campione si dice a favore del boicottaggio di Gerusalemme, con picchi bulgari, pari al 96,2%, tra gli elettori di Alleanza Verdi-Sinistra).

Ma sono le risposte ad un'altra domanda ad innescare la riflessione. Si parta del quesito, che recita: "Le manifestazioni pro-Gaza che si sono tenute nel nostro Paese sono principalmente...". Due le possibili risposte, oltre al classico "non sa-non risponde". La prima: "... un modo per contrastare il governo Meloni". La seconda: "... un modo per chiedere la pace".

Dunque, esaminiamo le risposte nel dettaglio: tra chi vota Pd solo per il 13% le piazze pro-Pal sono contro Meloni, per l'81,5% sono solo una via per chiedere la pace. Dunque Avs e M5s: per l'11,5% di entrambi gli elettorati si va in piazza contro Meloni, mentre la stragrande maggioranza (88,5% e 76,9%) sostengano che il fine ultimo sia la pace.

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Poi le forze di maggioranza. Per l'88% degli elettori di FdI le piazze sono esclusivamente contro il governo, quota che scende al 68,6% tra i leghisti e al 66,7% tra chi vota Forza Italia. Insomma, pur con percentuali diverse, da questo lato della barricata i dubbi stanno a zero: altro che pace, si manifesta contro l'esecutivo (chi crede al fine pacifista dei cortei è il 7,2% tra gli elettori FdI, il 20% tra i leghisti, il 25,6% tra i forzisti).

Ora, come leggere questi dati? Per certo, la macroscopica evidenza è che ci siano due idee diametralmente opposte, come è ovvio e naturale che sia, essendo opposte le parti politiche. Eppure, non si può fare a meno di notare un dettaglio tutt'altro che residuale: in ogni corteo, nessuno escluso, ci sono cori e insulti contro Meloni e governo, fantocci bruciati, minacce, aggressioni verbali. Non solo i manifestanti, ma anche i leader: ad ogni corteo, nessuno escluso, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli (l'ultima volta una manciata di minuti fa) e Nicola Fratoianni si scagliano contro Meloni e "le destre". Eppure dovrebbero essere in piazza per la pace, almeno secondo i loro elettori. A meno che anche questi ultimi in una qualche misura fingano anche a loro stessi. Insomma, in filigrana il sondaggio della Ghilseri sembra alzare il velo su una (macroscopica) ipocrisia che contraddistingue il fronte progressista.

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