"La senatrice Maiorino diceva che non abbiamo fatto abbastanza per le forze dell'ordine. La legge di bilancio vale 18,7 miliardi di euro, il superbonus quest'anno ne vale 40, se io lo avessi avuto le forze dell'ordine le avrei coperte di miliardi, come avrei fatto per la sanità. Ma invece abbiamo ristrutturato i castelli....": la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, lo ha detto nel corso della replica in aula al Senato dopo la discussione sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre. La sua, in particolare, era una risposta ad Alessandra Maiorino del M5s.
Nel suo intervento, tra l'altro, la pentastellata aveva definito la Meloni "cheerleader" del presidente statunitense Donald Trump: "Anche oggi l'abbiamo dovuta vedere nelle vesti di cheerleader (e spero che cheerleader si possa dire e che nessuno insorga) del presidente di un altro paese, invece che mantenere la schiena dritta e fare la capo del governo dell'Italia, lodando semplicemente Trump".
Su questo punto la Meloni ha risposto: "Su Gaza prendo atto che la senatrice Maiorino del M5s non condivide il piano, e prendo atto anche del fatto che lo condividono tutti: il piano del presidente Trump è stato condiviso da tutti i Paesi Arabi dall'Autorità nazionale palestinese, da Israele, dall'India, da tutti i paesi europei... Prendo atto e questo rimanga ai posteri dell'isolamento internazionale, che se oggi avessimo avuto al governo il Movimento 5 Stelle l'Italia sarebbe stata totalmente isolata a livello internazionale".
Infine, non manca la replica sulla libertà di stampa. "Non ho problemi a esprimere di nuovo in quest'aula la mia solidarietà a Ranucci, dopodiché quello della libertà di stampa è un tema molto serio, ma che va affrontato con equilibrio e obiettività che mi sembra un po' manchino da parte di alcuni. Non ricordo mobilitazioni quando il direttore del Giornale Alessandro Sallusti fu arrestato in redazione per scontare una condannna ai domiciliari, o quando Tommaso Cerno e Daniele Capezzone hanno ricevuto minacce di morte. Nessuna reazione neanche quando Tommaso Cerno è stato escluso da una audizione ufficiale sulla libertà di stampa organizzata al Parlamento europeo dal M5S. Non voglio tornare a quando Beppe Grillo invocava i tribunali del popolo contro alcuni giornalisti sgraditi, o quando diceva 'vi mangerei per il gusto di vomitarvi'. Mi chiedo se sia possibile prendere lezioni di libertà di stampa dal M5S che oggi scende in piazza per difenderla e ieri stilava le liste di proscrizione per i giornalisti che non piacevano".