"Una resa". Roberto Vannacci liquida così la vittoria di Zohran Mamdani. Il 34enne socialista democratico è il nuovo sindaco di New York. Una notizia che lascia interdetto l'europarlamentare e vicesegretario della Lega: "24 anni dopo l'11 settembre, New York ha un sindaco musulmano. Così l'occidente celebra la propria resa culturale chiamandola progresso".
Nato infatti a Kampala, in Uganda, Mamdani si è trasferito a New York all'età di 7 anni e anche se è cittadino naturalizzato americano non potrà mai diventare presidente. Si tratta del primo sindaco musulmano di New York ed è un socialista democratico. Tra le promesse su cui ha giocato la campagna elettorale ci sono: congelamento degli affitti per 2 milioni di newyorkesi, supermarket comunali e meno costosi, assistenza all’infanzia gratuita fino ai 5 anni, autobus gratis, salario minimo a 30 dollari all’ora entro il 2030.
E se la sinistra, anche quella italiana, esulta per la sua vittoria, a destra sono in tanti a ricordare alcune dichiarazioni dell'attuale primo cittadino. "Netanyahu dovrebbe essere arrestato se mette piede a New York". Il riferimento era al mandato della Corte Penale Internazionale che accusava il premier israeliano di crimini di guerra a Gaza, ma le sue parole diventarono in breve tempo un caso politico nazionale e internazionale. Le parole più dure arrivarono da Israele. Il ministro per gli Affari della Diaspora, Amichai Chikli, definì Mamdani un "sostenitore di Hamas". "La città che un tempo era simbolo di libertà globale ha consegnato le chiavi a un sostenitore di Hamas, a qualcuno le cui posizioni non sono lontane da quelle dei fanatici jihadisti che, 25 anni fa, uccisero 3.000 dei suoi concittadini", aveva scritto.