La bomba la sgancia Enrico Mentana in persona: la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein saranno ospiti del TgLa7. Non un confronto diretto, ma a distanza: giovedì sera 4 dicembre, alle ore 20, toccherà per prima alla leader dell'opposizione mentre venerdì, allo stesso orario, sarà il turno del presidente del Consiglio.
Una doppia intervista che a qualcuno potrebbe sembrare un (succulento) surrogato del mancato faccia a faccia sul palco di Atreju. Nei giorni scorsi infatti Schlein aveva lanciato una proposta con veto annesso: partecipare sì alla ormai tradizionale kermesse pre-Natalizia di Fratelli d'Italia a Roma, ma solo a patto di poter essere insieme alla padrona di casa. Meloni aveva rilanciato estendendo l'invito a Giuseppe Conte, capo politico del Movimento 5 Stelle. A quel punto Schlein ha però fatto un passo indietro.
"Se Meloni era tanto forte delle sue idee poteva confrontarsi con Schlein invece di invitare anche Conte, la premier non voleva fare un confronto ma un talk show per buttarla in caciara", è stata la bizzarra difesa proposta da Marco Furfaro, deputato dem e responsabile delle iniziative politiche del Pd, intervenuto ad Agorà su Rai 3. "Noi abbiamo dato la disponibilità a un confronto con Giorgia Meloni, non a un talk show televisivo", ha aggiunto Furfaro osservando che "ci saranno altri confronti, mi dispiace perché è un'occasione mancata, mi è dispiaciuto che Meloni non abbia accettato la proposta di Elly Schlein".
"Se non avete paura del confronto dica alla sua leader di fare una conferenza stampa - ha detto Furfaro all'indirizzo di Giovanni Donzelli, anche lui ospite della trasmissione -, di accettare le domande dei giornalisti, siamo quasi in una monarchia... Se è forte delle sue idee qual è il problema di confrontarsi... Non è una concessione reale, perché non lo fa".
A Furfaro e al Pd ha risposto con grande tranquillità lo stesso Donzelli: "Spero che Atreju abbia un futuro diverso dalle attuali Feste dell'Unità, è una cosa a parte, non è una festa di partito, è nata da un gruppo di ragazzi che montavano la festa di notte da soli" e oggi è un evento al quale "pensiamo che alla fine ci saranno oltre mille interventi". "Le feste dell'Unità non servono per confrontarsi" precisa Furfaro ricordando che maggioranza e opposizione si confrontano "nelle sedi istituzionali e nelle piazze" e non a una festa di partito. "Ah certo - ribatte tranchant Donzelli -, servono per confrontarvi con le correnti vostre, vi dovete confrontare tra voi perché non siete d'accordo...".