Giorgia Meloni è stata intervistata da Enrico Mentana a Tg La7. Un colloquio avvenuto il giorno dopo quello di Elly Schlein sempre nello stesso studio. Una sorta di confronto a distanza. Dopo quello saltato per volere di Schlein ad Atreju. La premier sulle modalità di ingaggio (giocando in casa, ricordiamolo perché non è un caso) era stata molto chiara: "Atreju è sempre stata una casa aperta al dialogo, anche con chi la pensa diversamente.Sono quindi pronta a confrontarmi con l'opposizione. Ma ritengo che al confronto debba partecipare anche Giuseppe Conte. Per due ragioni: la prima è che Giuseppe Conte, a differenza di Elly Schlein, anche negli anni passati è venuto ad Atreju senza imporre alcun vincolo. Lo ha fatto anche da Presidente del Consiglio. La seconda è che non spetta a me stabilire chi debba essere il leader dell’opposizione, quando il campo avverso non ne ha ancora scelto uno. Da parte mia, quindi, sono disponibile a un confronto unico con entrambi".
Dopo queste parole Schlein aveva rifiutato il confronto. E qui la sinistra è andata in conrtocrcuito. Dopo l'intervista di Meloni da Mentana in un commento su Repubblica si legge: "Siamo alle solite: a parte qualche rara eccezione durante i cosiddetti “premier-time” in Parlamento - quando Meloni è costretta a rispondere ma il tutto avviene secondo binari prefissati - il format scelto da palazzo Chigi non prevede interruzioni scomode da parte degli avversari, obiezioni in tempo reale, niente rischio di quella temibile "brutta figura" che può diventare virale sui social e costare punti nei sondaggi".
Insomma secondo Repubblica è Meloni a fuggire, nonostante sia stata Schlein a rifiutare il confronto ad Atreju. Ma tant'è. E ancora: "Meloni può dire la sua, controllare il messaggio, gestire i tempi. E così fa, lasciando l’inseguitrice a inseguire. Perché in fondo, come insegnano i grandi strateghi militari, il miglior duello è quello che non si combatte". Davvero una balla fuori dal mondo...