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Roberto Speranza, il ricatto ai tempi del Covid: "Stai buono o tiro fuori i dossier"

martedì 9 dicembre 2025

2' di lettura

Si torna ai tempi della pandemia, i tempi del Covid. Ed emergono accuse clamorose. Accuse che riguardano un presunto ricatto ai danni di Pierpaolo Sileri da parte del vice dell'allora ministro della Salute, Roberto Speranza, nel bel mezzo dell'emergenza. È uno dei passaggi più delicati emersi dall’audizione dell’ex viceministro davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta, che continua a provare a far luce su dinamiche interne segnate da tensioni e scontri personali mentre il Paese affrontava una delle crisi più drammatiche della sua storia recente.

A ricostruire il contesto è il senatore di Fratelli d’Italia Franco Zaffini, presidente della commissione Sanità e Lavoro del Senato e membro della commissione Covid, secondo cui durante la prima ondata del virus, mentre il governo Conte II adottava misure drastiche sulle libertà individuali, all’interno del Ministero della Salute il clima era irrespirabile. Zaffini parla di una fase in cui sarebbero prevalsi attriti e conflitti anziché una necessaria unità di intenti.

Al centro della vicenda c’è un episodio particolarmente grave: le presunte minacce rivolte a Sileri da Goffredo Zaccardi, all’epoca capo di gabinetto del ministro Roberto Speranza. Secondo quanto riferito, Zaccardi avrebbe scritto all’allora viceministro un messaggio dal tono intimidatorio: "Stai buono o tiro fuori i dossier che ho nel cassetto". Un passaggio che getta ombre pesanti sulla gestione politica del dicastero nei mesi più critici dell’emergenza sanitaria.

Nel corso dell’audizione, Sileri ha chiarito di aver deciso di non presentare appello dopo l’archiviazione della denuncia giudiziaria nei confronti di Zaccardi, spiegando che la scelta fu legata alle scuse ricevute. Una decisione personale che, però, secondo Zaffini non attenua la gravità dell’accaduto né cancella la responsabilità politica di chi aveva affidato un ruolo così delicato a Zaccardi, ossia l’allora ministro Speranza. Il quadro che emerge, sottolinea il senatore di FdI, è quello di una prima fase della pandemia segnata da scontri interni, tensioni e manovre sotterranee tra coloro che prendevano decisioni cruciali per la vita dei cittadini.

A rafforzare l’immagine di una gestione caotica interviene anche Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Covid. La deputata richiama alla memoria la circolare del ministero della Salute dell’aprile 2020, quella che indicava come strategia terapeutica la Tachipirina e la vigile attesa. "Sentire Sileri affermare di non sapere chi avesse redatto quel documento e che non fu nemmeno informato della sua diffusione è estremamente grave", tuona Buonguerrieri.

Secondo la parlamentare, si tratta di una conferma ulteriore della confusione che avrebbe caratterizzato l’azione del ministero, sia sul piano politico sia su quello comunicativo. Buonguerrieri ricorda inoltre un altro dettaglio emerso dall’audizione: Sileri avrebbe scoperto del contagio della coppia di turisti cinesi a Roma, i primi due casi accertati di Covid in Italia, non attraverso i canali istituzionali ma guardando la televisione insieme alla moglie. Un particolare che, conclude, "fotografa plasticamente il disordine e la mancanza di coordinamento nelle fasi iniziali dell’emergenza".

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