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Beppe Sala vede fascisti immaginari nelle strade di Milano

di Alberto Busacca sabato 13 dicembre 2025

2' di lettura

Perché non approfittare del 56° anniversario della strage di piazza Fontana per fare una bella polemica antifascista contro il governo? Devono aver pensato una cosa simile, ieri mattina, gli esponenti del variegato mondo della sinistra milanese, dal sindaco Beppe Sala all’Anpi passando per la Fiom-Cgil. E infatti la polemica, assurda, è puntualmente arrivata. «Ci sono membri del governo», ha detto Sala, «che fanno fatica a dichiararsi antifascisti, che strizzano gli occhi ai putinismi e ai dittatori».

In realtà Giorgia Meloni è da sempre una dei leader più filo-Ucraina, ma vabbè... «C’è una nostalgia a volte strisciante dei tempi che furono», ha aggiunto, «c’è l’evocazione di autoritarismi e anche questo continuare a insistere sulla sicurezza, che è un tema, dà l’impressione che si voglia tornare a una situazione in cui poi la gente dice “forse è meglio meno democrazia, ma un mondo più controllato”, ecco non è meglio». Tipica della sinistra, questa idea che sicurezza e democrazia siano incompatibili, ma in realtà le due cose potrebbero benissimo stare insieme. Sala, poi, ha parlato nello specifico della strage: «Ancora oggi continuiamo a chiedere verità e giustizia per piazza Fontana, ma la verità è una e cioè che è stata una strage fascista. Noi dobbiamo portare avanti un impegno, di tutti coloro che credono nella democrazia, serve responsabilità nella conservazione della memoria. Continuiamo nella nostra grande battaglia per la Costituzione e contro il fascismo». Gran finale: «Le strade sono ancora piene di fascismo, quindi dobbiamo essere qui a dire che nelle nostre città non passeranno». Non è chiaro dove il primo cittadino veda strade piene di fascisti. Quelle di Milano, casomai, sono piene di buche, come dimostrato da un’inchiesta fatta nelle pagine milanesi di Libero, però di questo il Comune sembra non preoccuparsi...

Ma non c’è soltanto il sindaco. Anche l’Anpi punta dritta contro la maggioranza di governo. Con risultati grotteschi. «Gli eredi dell’Msi, che non si sentono antifascisti e figli della Costituzione, sono il vero problema e pericolo democratico», ha detto il presidente dell’associazione partigiani di Milano, Primo Minelli, commemorando le vittime di Piazza Fontana. E ancora: «Ricordare i valori costituzionali è necessario soprattutto in un momento in cui alcuni degli eredi politici sono al governo e in cui ci sono forze reazionarie simili a quelle che compirono quegli attentati. A 80 anni dalla Liberazione stanno rialzando la testa». Un momento, un momento. Al governo gli eredi di chi ha fatto gli attentati? Il senso sembra quello... E se non fosse abbastanza, è arrivato anche il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma: «Quelli che dicono “chi non salta è un comunista” sono gli stessi che con la puzza del tritolo di quegli anni non riescono a fare i conti e accarezzano ancora il mezzobusto di Mussolini». Insomma, bombaroli al governo e camicie nere nelle strade. Davvero si aspettano che qualcuno ci creda?

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