Pur di attaccare Giorgia Meloni si aggrappa a tutto, Pier Luigi Bersani. Persino a una foglia di verza.
Ospite di Giovanni Floris a DiMartedì, su La7, l'ex segretario del Partito democratico ormai riconvertitosi a opinionista anti-governativo nei salottini televisivi, commenta con la solita ironia emiliano-popolaresca anche un grande risultato come la nomina della cucina italiana a bene immateriale dell'Unesco. Un successo "culturale" piegato a polemica politica spicciola.
"E' un caso strano che la gente adesso compra le verze che costano 1 euro e non il radicchio che costa da 7 a 10 euro", si agita in studio Bersani, che arriva quasi a urlare agitando le mani: "Cioè la gente, molta gente che la Meloni non conosce sta facendo dei conti così. Io sono favorevolissimo alla cucina italiana, ma non vorrei che ci riducessimo a mangiar verze. Ecco, questo è il punto". Applauso soddisfatto del pubblico presente.
A Bersani ovviamente non è piaciuto affatto il discorso della premier domenica scorsa ad Atreju, la grande festa di Fratelli d'Italia a Roma che ha riunito i grandi protagonisti della vita nazionale (non solo parlamentare) a eccezione di Elly Schlein.
"E' come se dicessi che sono di destra quelli che hanno messo la bomba alla stazione. Non si può arrivare a queste affermazioni - è la sentenza dello smacchiatore di giaguari -, una governante non può accendere le micce", ripete sconsolato, fingendo di dimenticare che molto spesso è l'opposizione stessa ad appiccare incendi in modo sistematico. "Questo Paese deve essere tenuto insieme, questo Paese ha dei problemi ed è ora di pronunciarli. Uno che governa deve pronunciarli per dire anche cosa intende fare, deve riconoscerli perché se no c'è un pezzo di Paese che si sente fuori e finisce per sentirsi ostile".
"Non vorrei che le verze...": Bersani contro Meloni, guarda qui il video di DiMartedì su La7