"La lotta armata non è reato". Alla Camera è andato in scena il convegno dei sedicenti pacifisti, organizzato dalla deputata del Movimento Cinque Stelle Stefania Ascari. L'obiettivo dell'evento era sensibilizzare i cittadini su quanto accaduto a Mohamed Shanin, l'imam di Torino che era stato espulso da Matteo Piantedosi e quindi portato nel Cpr di Caltanissetta. Salvo poi essere liberato dalle solite toghe che in lui, evidentemente, vedevano un brav'uomo. Nonostante lo stesso avesse pubblicamente affermato che "il 7 ottobre non fu violenza".
Nel corso del convegno è stata chiesta la liberazione anche per Anan Yaeesh, cittadino palestinese arrestato nel 2024 con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo e da allora è nel carcere di alta sicurezza di Melfi. Stando a quanto riporta il Tempo, ’uomo venne fermato a fini estradizionali a seguito di una richiesta gg e avanzata da Israele, come si le nella risposta del Vice ministro Esteri Edmondo Cirielli: "Il 24 gennaio 2024 le autorità israeliane hanno trasmesso al Ministero della giustizia una richiesta di arresto provvisorio del cittadino palestinese Anan Yaeesh, a fini estradizionali, per reati di partecipazione a organizzazione terroristica e atti di terrorismo, di reclutamento di membri dell'organizzazione nonché di finanziamento di atti di terrorismo". La richiesta è stata poi ritirata. Il motivo? "Risulta sottoposto a procedimento penale per gli stessi fatti oggetto della richiesta di estradizione nell'ambito di un procedimento promosso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale de L'Aquila, circostanza che esclude la possibilità di estradizione", ha spiegato Cirielli.
Ma in Aula si è sentito anche di peggio. L'avvocato che segue Anan Yaees e Ahmad Salem, Flavio Rossi Alberti, oltre che aver pronunciato espressioni come "Repressione razzializzata" ed "effetto intimidatorio nei confronti della comunità intera", si è lasciato sfuggire una riflessione raccapricciante: "Anan partecipa a fenomeni di lotta armata, ma come dice la locandina di questo incontro parlare di Palestina non è reato. Beh, per il diritto internazionale nemmeno per un palestinese fare la lotta armata è un reato, c'è un diritto all'autodeterminazione dei popoli che può essere portata avanti anche attraverso fenomeni di lotta armata. Anan è espressione di questo, con buona pace di tutti i presenti. Lui ogni qual volta è stato davanti a un giudice ha dichiarato la propria appartenenza alla resistenza, ma non l'attacco ai coloni, all'esercito israeliano, a coloro che sono i responsabili dal 67 di una politica di occupazione genocidaria all'interno della Cisgiordania". Quindi, se abbiamo capito bene, per i promotori del convegno la lotta armata è legittima.