«Con il centrodestra al governo lo Stato torna a fare lo Stato, schierandosi dalla parte di chi ripudia la violenza ideologica e di piazza». È netta, e comprensibilmente soddisfatta, la deputata torinese di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, da sempre in prima linea nel denunciare l’illegalità imperante all’interno del centro sociale.
Onorevole Montaruli, che significato ha questo sgombero per Torino?
«Da oggi i cittadini hanno il cuore più leggero. Mi sono sempre battuta con forza chiedendo lo sgombero; anche nell’ultimo periodo quando, nonostante l’amministrazione assicurasse che lo stabile fosse vuoto, ogni sera le luci venivano accese. Il fatto che oggi gli agenti abbiano trovato sei persone all’interno è la conferma che avevamo ragione. Si chiude una storia fatta di pura violenza per cui non c’è mai stato pentimento».
Dopo 30 anni di Leoncavallo e 30 annidi Askatasuna, passa la linea dura del governo sulle occupazioni. È la fine di un’epoca?
«È l’inizio di una nuova. Passa la linea Meloni per cui non possono esistere zone franche nel nostro Paese: nessuno è al di sopra della legge. Ma è anche un messaggio chiaro a quella sinistra che scende a patti con i violenti, visto l’accordo siglato dal Comune di Torino guidato dal Pd per regolarizzare Askatasuna».
Questa è la sconfitta del sindaco Stefano Lo Russo, che da mesi stava trattando con gli occupanti?
«A deciderlo saranno i torinesi nel momento in cui saranno chiamati a votare. Ma mi pare evidente che la sinistra abbia fallito in questa città: per mesi hanno negato l’evidenza, rincorrendo chi non ha mai ripudiato gli attacchi alle Istituzioni, agli uomini dello Stato e le pressioni culminate nell’assalto alla redazione de La Stampa».
Teme che lo sgombero della sede storica del centro sociale possa portare a nuove violenze?
«Sono fiera di aver vissuto questo giorno. Lo Stato ha finalmente debellato, infliggendo un duro colpo, il centro sociale più pericoloso d’Italia. In caso di scontri, confido nella perseveranza delle forze dell’ordine nel perseguire ogni azione violenta. Certo, ricordo che quelli di cui stiamo parlando sono i famosi “bravi ragazzi” che il sindaco aveva deciso di accogliere in Comune».
Da qui parte la corsa del centrodestra per riconquistare Torino?
«Askatasuna era un tema nevralgico per la città e lo sarà anche il futuro dello stabile di viale Regina Margherita. Ma ci sono tante altre questioni che dovranno essere affrontate dopo anni di mala amministrazione targata Pd e M5S. Questa vicenda dimostra l’inadeguatezza della sinistra nel gestire la città: dalla difesa dell’imam al dialogo con il centro sociale, il Pd si è sempre schierato dalla parte delle persone ritenute pericolose dallo Stato. Torino è diventata una città poco attrattiva e che non cresce più. La gestione Lo Russo si è rivelata addirittura peggiore delle precedenti».